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Scenari

Dal frigorifero al cestino: ecco perché lo spreco costa 3.850 miliardi l’anno (e inizia proprio nelle nostre case)

29 Settembre 2025
Ogni anno 1,7 miliardi di tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura Ogni anno 1,7 miliardi di tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura

Frutta e verdura le più colpite, ma carne e latticini incidono di più sul valore economico

Ogni anno nel mondo finiscono nella spazzatura 1,7 miliardi di tonnellate di cibo. Più di un miliardo viene gettato tra le mura domestiche, un dato che non è solo impressionante sul piano economico e ambientale, ma anche su quello etico: la quantità di alimenti sprecati sarebbe sufficiente a nutrire 1,26 miliardi di persone.

A ricordarlo è Coldiretti, che in occasione della Giornata internazionale della consapevolezza delle perdite e degli sprechi alimentari (29 settembre) ha diffuso i dati elaborati dal Centro Studi Divulga. Secondo lo studio, il valore complessivo del cibo buttato raggiunge i 3.850 miliardi di euro.

Gli sprechi si concentrano soprattutto a valle della filiera, nelle case e nella distribuzione, dove si perdono 1,05 miliardi di tonnellate. La produzione primaria e l’industria incidono per 666 milioni di tonnellate. A pesare di più sono frutta e verdura, che rappresentano oltre la metà del cibo sprecato; seguono i cereali (23%) e, in termini economici, carne e latticini, che pur coprendo solo l’8% del volume totale valgono un terzo delle perdite.

Se non ci sarà un cambio di passo, gli scenari futuri preoccupano: entro il 2033 si rischia un aumento di 230 milioni di tonnellate di sprechi rispetto a oggi. Un quadro che denuncia non solo cattive abitudini alimentari, ma anche squilibri strutturali legati al declino dei sistemi agricoli familiari, incapaci in molti Paesi di garantire cibo sufficiente e accessibile a una popolazione in crescita.

Per contrastare questo fenomeno, tre anni fa è nata la World Farmers Markets Coalition, rete internazionale dei mercati contadini promossa da Campagna Amica e Coldiretti. Partita con sette associazioni, oggi riunisce oltre 70 organizzazioni in 60 Paesi, con 20.000 mercati, 200.000 famiglie agricole e più di 300 milioni di consumatori.

L’obiettivo è chiaro: rafforzare una rete globale che sostenga la filiera corta, favorisca l’agricoltura familiare e promuova un consumo più locale e sostenibile, valorizzando il lavoro degli agricoltori e dando spazio soprattutto a donne e giovani.