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Cibo e dintorni

Olive, rinviata al 2026 la norma delle sei ore. Aifo e Confagricoltura salutano il decreto

03 Ottobre 2025
olive verdi prima della raccolta olive verdi prima della raccolta

Frantoi e agricoltori tirano un sospiro di sollievo: “Il dialogo ha funzionato”

Con il Decreto Ministeriale n. 460947 del 18 settembre 2024, l’Italia aveva introdotto l’obbligo per i commercianti di registrare e consegnare le olive ai frantoi entro sei ore dall’acquisto — una misura inserita nella legge sul Made in Italy per garantire qualità e tracciabilità. La norma sarebbe entrata in vigore il 1° luglio 2025, ma le forti critiche per i vincoli logistici e le disparità tra aree produttive hanno spinto il Ministero dell’Agricoltura a rinviarne l’applicazione al 1° luglio 2026.

La consegna lampo delle olive non scatterà quindi nel 2025. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha firmato il decreto che modifica il provvedimento, accogliendo le osservazioni sollevate da più parti della filiera olivicola.

Le organizzazioni di settore hanno sottolineato i limiti applicativi della disposizione, che avrebbe reso logisticamente difficile il conferimento delle olive su medie e lunghe distanze. Un vincolo che, nei fatti, avrebbe ridotto la libertà di scelta degli olivicoltori, costretti a rivolgersi ai frantoi più vicini, e messo in difficoltà numerosi impianti non collocati nei principali bacini produttivi.

Confagricoltura e Aifo (Associazione Italiana Frantoiani Oleari) accolgono con favore la proroga, seppur da prospettive diverse.  Per Confagricoltura si tratta di un segnale importante di ascolto da parte delle istituzioni, dopo le criticità segnalate sul fronte delle incertezze applicative e delle difficoltà logistiche, con il rischio di penalizzare soprattutto le aree olivicole più periferiche. L’Aifo, dal canto suo, parla di “dialogo che salva la filiera”. Il presidente Alberto Amoroso sottolinea come la proroga sia stata indispensabile per non compromettere la campagna olearia ormai alle porte e per aprire un anno di confronto costruttivo: “Non servono le urla, ma serietà e dialogo. Così continueremo a lavorare con le istituzioni per arrivare a soluzioni condivise e realmente efficaci”.

Il rinvio al 2026 diventa quindi un tempo prezioso per definire strumenti capaci di garantire la qualità dell’olio extravergine senza sacrificare la sostenibilità economica e organizzativa di olivicoltori e frantoi.