Camporeale ha celebrato il suo decimo anniversario come solo un borgo che vive di vino, lavoro e passione sa fare: con le strade affollate, i calici alzati e un’energia collettiva che ha il sapore di una comunità in fermento. Dal 2 al 5 ottobre, i Camporeale Days 2025 hanno richiamato migliaia di visitatori, produttori, giornalisti e winelover, trasformando questo centro dell’Alto Belìce in un laboratorio di esperienze, idee e sapori.
L’edizione di quest’anno, curata da Utopìa Communication Events con il patrocinio del Comune di Camporeale, ha confermato la crescita di un evento che da iniziativa locale è divenuto riferimento per la Sicilia occidentale e per la Doc Monreale. Un traguardo che racconta l’evoluzione di un territorio capace di rinnovarsi senza smarrire la propria anima agricola. “Camporeale Days non è solo una festa – ha spiegato Alessia Billitteri, di Utopìa Communication Events – ma la prova concreta di come una comunità possa raccontarsi attraverso il vino, la cucina e la cultura”.
Camporeale, borgo di artigiani e vignaioli, sorge tra le colline che collegano Palermo e l’entroterra belicino. Qui le vigne respirano l’altitudine, i venti freschi e crescono su un’argilla chiara che dà vita a vini dalla personalità nitida. I suoi vitigni: Catarratto, Grillo, Perricone, Syrah. Intorno al vino, negli anni, è nato un vero sistema Camporeale: aziende agricole, cantine, ristoratori, istituzioni e cittadini che collaborano con una visione condivisa di crescita e qualità. Lo conferma il sindaco Luigi Cino che ha parlato di “un lavoro di squadra che unisce imprese, associazioni e cittadini. Il successo di questa edizione dimostra quanto la comunità creda nel proprio territorio e nel valore della cultura del vino”.
La manifestazione si è aperta con la giornata B2B del 2 ottobre, dedicata a stampa e operatori, ospitata nel maestoso Palazzo del Principe. Degustazioni di vecchie annate, focus sul Catarratto e sui vini bianchi da invecchiamento, riflessioni sulla Doc Monreale e sui vini d’altura hanno animato il confronto fra esperti del calibro di Federico Latteri, Cristina Mercuri, Alessandro Torcoli e Francesco Pensovecchio.
La cucina è entrata in scena già a pranzo, con uno speciale light lunch firmato dallo chef stellato Nino Ferreri del ristorante Limu di Bagheria, che ha presentato il suo celebre piatto “Il coniglio nel bosco”, metafora di equilibrio tra tecnica e natura.
Nei giorni successivi, oltre cinquanta aziende agroalimentari e venti cantine hanno dato vita a un percorso di degustazioni e incontri, tra l’Enoteca del Baglio e le vie del paese. Le masterclass di Luigi Salvo, Maria Antonietta Pioppo, Francesca Cerami, Marcello Malta, Daniele Siena e Nino Aiello hanno guidato il pubblico in un viaggio sensoriale fra bollicine, Syrah, Perricone e etichette storiche della Sicilia occidentale.
Il tema di quest’anno, le “Erbe aromatiche”, ha trovato la sua espressione più vivace nei cooking show ospitati nel Secondo Atrio del Principe, tutti esauriti in poche ore. Cinque chef e un pastry chef hanno interpretato la cucina siciliana contemporanea in chiave personale e sensoriale: Benedetto Buccheri (Be Bop, Palermo), Giovanni Catalano (pasticceria Oscar, Palermo), Ignazio Morgante (Zayt, Cefalù), Giuseppe Crimi Stigliolo (Pepe Rosa, Capo d’Orlando) e Filippo Ventimiglia (Quattro Venti, Palermo). Ogni show è stato un racconto in diretta, dove l’aroma delle erbe incontrava la memoria della cucina di casa e la curiosità della sperimentazione.
Accanto al vino e alla cucina, Camporeale Days ha dato spazio alla musica e alla scoperta. Il dj set PopShock di sabato 4 ottobre e il concerto degli Shakalab di domenica hanno animato le serate, trasformando piazze e cortili in luoghi di festa. Le visite guidate al Palazzo del Principe, al Santuario della Madonna dei Peccatori e alle cantine del territorio, raggiungibili con bus navetta, hanno completato l’esperienza, unendo turismo, cultura e partecipazione. Con Cronache di Gusto come media partner, Camporeale ha messo in luce la vocazione a unire promozione economica e identità territoriale.