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Carni bianche, consumi record in Italia: 22 kg pro capite nel 2024, ma c’è l’incognita Mercosur

29 Ottobre 2025
L’intervento del Ministro Lollobrigida all’Assemblea annuale di Unaitalia L’intervento del Ministro Lollobrigida all’Assemblea annuale di Unaitalia

Con un fatturato che supera i 7,7 miliardi di euro e oltre 64 mila addetti, l’avicoltura italiana consolida la propria leadership. In forte crescita i consumi di carni bianche nel 2024, mentre l’uso di antibiotici negli allevamenti è stato ridotto del 95% in poco più di un decennio

Nel 2024 l’avicoltura italiana ha infranto ogni primato: il consumo di carni bianche ha raggiunto la ragguardevole cifra di 22 chili pro capite, il valore più alto dell’ultimo decennio, una crescita rispetto al dato precedente del 3,7%.

La produzione segue lo stesso trend positivo, con un incremento del 3,6%. Un risultato che riflette la forza di un settore da 64 mila lavoratori e 7,75 miliardi di euro di valore, cresciuto del 3,3% in un anno.

Il dato emerge durante L’avicoltura italiana guarda al futuro, l’Assemblea annuale di Unaitalia, svoltasi a Roma al Palazzo della Cancelleria, alla presenza del ministro Francesco Lollobrigida e di vari rappresentanti del mondo agricolo.

Le carni bianche rappresentano oggi il 44% del totale acquistato dagli italiani e il 34% della spesa domestica per la carne. Anche il comparto delle uova è in crescita: nel 2024 la produzione sale del 3% e i consumi del 3,8%, pari a 218 uova pro capite e a un indice di penetrazione domestica del 94%, il più alto tra le fonti proteiche animali.

Ettore Prandini, presidente di Coldiretti: «Il comparto avicolo rappresenta oggi una delle eccellenze più avanzate del sistema agroalimentare italiano, un risultato che testimonia la solidità di una filiera che produce valore, occupazione e sicurezza alimentare, ma che allo stesso tempo deve confrontarsi con uno scenario sempre più complesso, in cui le politiche europee, le tensioni sui mercati internazionali e le crisi sanitarie rischiano di comprometterne la competitività».

Roberto Caponi, direttore generale di Confagricoltura: «Il consumo di carni bianche e uova è trainato da motivazioni economiche: costano meno e permettono alle famiglie di risparmiare. Questo trend rappresenta un segnale positivo per la filiera avicola, che ne trae beneficio. Tuttavia, è fondamentale rilanciare anche gli altri comparti produttivi dell’agroalimentare italiano. Il nodo centrale resta il potere d’acquisto: finché i lavoratori non avranno redditi adeguati, sarà difficile vedere una ripresa generalizzata dei consumi. È una questione cruciale, che va affrontata con urgenza e visione strategica».

Secondo i dati 2025 di Ismea (l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), tra il 2021 e il 2024 carni bianche e uova sono stati i prodotti di origine animale con l’aumento più marcato nei volumi acquistati dalle famiglie: rispettivamente +11,8% e +9,7%.

«Il settore avicolo italiano conferma la propria solidità nonostante le incertezze geopolitiche e sanitarie» ha dichiarato Antonio Forlini, presidente di Unaitalia. «Il nostro modello integrato di filiera unisce efficienza e capacità di rinnovarsi, rispondendo alle nuove esigenze del mercato».

Quest’anno Unaitalia celebra i 20 anni del Disciplinare di etichettatura delle carni avicole, strumento che garantisce tracciabilità e trasparenza. Oggi il 76% della produzione nazionale aderisce al disciplinare e un terzo certifica parametri di benessere animale superiori ai limiti di legge: luce naturale (66%), densità ridotta (33%), arricchimenti ambientali (61%) e genotipi a lento accrescimento (8,5%). Dal 2011 al 2024 l’uso di antibiotici in avicoltura si è ridotto del 95%, grazie a un piano volontario promosso dall’associazione.

Adesso, Unaitalia chiede una strategia condivisa con le istituzioni per tutelare la competitività del comparto, unico settore zootecnico 100% made in Italy con un tasso di autoapprovvigionamento superiore al 105%. Tra le priorità: reciprocità negli accordi commerciali internazionali (in particolare gli accordi Mercosur per gli scambi con il Sud America e il Brasile, oltre Tailandia e Ucraina), la indicazione obbligatoria dell’origine delle carni anche nei canali Ho.Re.Ca., i controlli periodici presso i Paesi esportatori e meccanismi automatici di salvaguardia del mercato UE in caso di turbative; un piano nazionale efficace contro l’influenza aviaria e individuazione di strumenti rapidi per l’erogazione degli indennizzi per i danni indiretti legati ai provvedimenti restrittivi delle autorità sanitarie.

«L’avicoltura italiana continuerà a fare la sua parte, lavorando per una filiera sempre più competitiva e sostenibile» ha concluso Forlini.