Al Filmclub di Bolzano è stato presentato “Vino in Alto Adige – Storia di una rinascita”, documentario che ripercorre la trasformazione del settore vitivinicolo altoatesino dagli anni Ottanta a oggi. Un viaggio nel tempo e nelle vigne che hanno segnato la svolta qualitativa di una delle aree enologiche più riconosciute d’Europa.
Prodotto dal Consorzio Vini Alto Adige e diretto da Peter Künzel con la collaborazione di Michael Tscholl, il film dà voce ai protagonisti di quella stagione di rinascita: dodici produttori che negli anni Settanta e Ottanta hanno scommesso sul futuro del vino di montagna, puntando su qualità, ricerca e collaborazione. Tra loro, nomi come Alois Lageder, Elena Walch, Hans Terzer e Luis Raifer, figure che hanno saputo unire visione e concretezza in un momento di profonda crisi del settore.
Il racconto procede al ritmo lento delle stagioni: la vite che germoglia, il sole che matura i grappoli, le mani che raccolgono l’uva. Le immagini delle montagne, luminose e silenziose, accompagnano le testimonianze, restituendo un senso di intimità e di appartenenza.
Accanto ai “pionieri”, il film dà spazio a una nuova generazione di produttrici — figlie e nipoti di quei protagonisti — che oggi portano avanti quell’eredità con sguardo contemporaneo. Un dialogo tra passato e presente che mostra come la tradizione viticola altoatesina continui a evolversi, restando fedele a un’idea condivisa: il vino come espressione del territorio e della comunità che lo custodisce.
“Se negli anni Ottanta non ci fossero stati uomini e donne pronti a rischiare e a cambiare rotta, oggi l’Alto Adige non sarebbe dove si trova”, ha ricordato Andreas Kofler, presidente del Consorzio. Un pensiero che riassume il senso dell’opera: non solo celebrare una storia di successo, ma conservarne la memoria per chi verrà dopo.
Il documentario, che arriva dopo il volume “Vino in Alto Adige” premiato dall’OIV come uno dei migliori libri nella categoria Wines and Territories, rappresenta un tassello di un più ampio progetto culturale volto a raccontare la viticoltura altoatesina come patrimonio vivo, fatto di persone, paesaggi e scelte coraggiose.