In un territorio che negli ultimi anni ha scelto di raccontarsi con maggiore consapevolezza, arriva uno strumento destinato a segnare una vera svolta: la prima mappa ufficiale dei vigneti di Montespertoli, firmata Enogea e realizzata da Alessandro Masnaghetti.
Presentata lo scorso primo dicembre al MuTer – Museo del Territorio di Montespertoli, la mappa rappresenta il punto d’arrivo di un percorso iniziato diversi anni fa dalle aziende vitivinicole locali e dall’Associazione dei Viticoltori, ma soprattutto l’inizio di una nuova fase: per la prima volta Montespertoli si vede restituita in una “radiografia” unica, che intreccia geologia, storia agraria, distribuzione dei vigneti, geositi e paesaggio, offrendo un’immagine chiara di un’area spesso percepita come uniforme ma in realtà ricchissima di sfumature.
Masnaghetti ha spiegato come la complessità del comune emerga solo quando lo si osserva nel contesto del Chianti Docg, un mosaico nel quale Montespertoli rivela un primato che pochi conoscevano. Con i suoi 2.215 ettari vitati, è la sottozona più densamente vitata della denominazione e supera per superficie complessiva anche tutti i comuni del Chianti Classico.
“Il rischio più grande,” ha detto Masnaghetti, “è semplificare. Questa mappa nasce proprio per restituire profondità, non per ridurla”. Decisivo, ha ricordato, il ruolo del Catasto Leopoldino, che qui conserva una corrispondenza quasi intatta con la toponomastica attuale, con nomi di luogo che non sono memoria, ma fili ancora vivi tra comunità e paesaggio. Questa continuità ha permesso di definire con precisione le 18 Unità Geografiche, mantenendo un linguaggio accessibile, “perché la geologia deve aiutare a raccontare, non complicare”.
Il presidente dell’Associazione, Giulio Tinacci, ha ricordato come il progetto fosse stato annunciato già l’anno precedente e avviato nell’estate 2024, coinvolgendo non solo i soci ma molte altre aziende agricole del territorio: «La mappa per noi non è solo uno strumento tecnico o commerciale, ma un oggetto culturale. Racconta cos’è Montespertoli oggi e sarà utile anche tra vent’anni. Abbiamo cercato di aprire il percorso a tutti, perché l’identità non appartiene a pochi: appartiene al territorio».
Il sindaco Alessio Mugnaini ha sottolineato il valore del lavoro in una visione più ampia di sviluppo territoriale: «Quando abbiamo incontrato Masnaghetti, non abbiamo visto un semplice disegno su carta, ma il proseguimento di un cammino che condividiamo da tempo: conoscere davvero chi siamo per costruire insieme il futuro. Questa mappa sarà esposta al Museo del Territorio perché è un patrimonio della comunità». Mugnaini ha ricordato anche come cambiamenti climatici, evoluzione dei mercati e nuove esigenze produttive rendano oggi indispensabile un approccio basato sulla collaborazione e sulla conoscenza: «Montespertoli è grande come superficie, ma piccolo nel contesto mondiale del vino, e per crescere servono visioni comuni, sostenibilità e la capacità di innovare partendo dalla nostra identità più profonda».
Prima dei saluti, Masnaghetti ha rivolto al pubblico un invito che sintetizza lo spirito del progetto: “Non abbiate paura di rovinare la mappa, usatela, scriveteci sopra, fatela vostra. È fatta per vivere, non per essere conservata immobile”. E forse sta proprio qui il senso più profondo del lavoro, che conferma Montespertoli come un laboratorio a cielo aperto, in cui geologia complessa e mano umana trovano una sintesi felice.
Nel corso dell’evento sono stati assegnati anche i riconoscimenti “Ambasciatori di Montespertoli 2025”: Martin Rance di FISAR Firenze come Miglior Comunicatore, Maciste Wine Bar di Empoli come Miglior Enoteca, La Lanterna di Pulica come Miglior Ristorante. In apertura è stato ricordato Giampaolo Gravina, premiato lo scorso anno e recentemente scomparso, figura stimata e profondamente legata ai vignaioli montespertolesi.
La successiva degustazione ha trasformato la mappa in geografia liquida, dando forma e volume ai nomi impressi sulla carta. La Lupinella si è confermata per sincerità ed espressività, con il suo Litro, vino conviviale, immediato e da picnic, di quelli che finiscono prima del previsto. Il metodo classico Sangiovese Rubedo della Fattoria La Leccia ha mostrato un territorio capace di declinare la sua uva simbolo in bollicina con originalità, carattere e finezza. La Fattoria di Bonsalto ha riportato al centro il vitigno Boggione con il Primomarzo, un sorso che sa di storia ma parla con nitidezza moderna, mentre da Tenuta Barbadoro è arrivato uno Chardonnay ancora senza nome, prelevato dalla vasca, ma già dotato di materia e tensione.
L’Azienda Montalbino si è confermata per le sue etichette gastronomiche e gioviali; Podere all’Anselmo ha portato un Chianti Montespertoli 2023 coerente e piacevole, con un intrigante finale agrumato; Tenuta Coeli Aula ha presentato un Chianti Docg 2023 dai profumi fruttati e floreali, profondo ed elegante. Podere Ghisoni ha proposto un rosso schietto, che sa di amarena e piccoli frutti, fresco e diretto, ideale per chi cerca immediatezza senza rinunciare all’equilibrio; in chiusura, il ricco Occhio di Pernice della Fattoria La Gigliola ha ribadito la vocazione locale per i vini dolci.
Una degustazione che ha mostrato come, a Montespertoli, il futuro del vino nasca dalla capacità di riconoscere la propria complessità e trasformarla in forza. Un territorio sempre più consapevole di ciò che è e di ciò che può diventare.