Va in giro con l'auto elettrica, beve solo latte biologico ed è un ortista nel tempo libero.
Ecco qualche nota in più che completa il profilo del personaggio da poche ore salito al top dell'agenda setting dei media di tutto il mondo, il cui nome è il più cercato nei motori di ricerca, e il più twittato e condiviso nei social media. Bill de Blasio è stato eletto ieri sindaco di New York, l'uomo che ha affascinato non solo il suo elettorato. Italo americano, sposato con una attivista afroamericana, poetessa, un uomo che si è fatto da solo, con una storia triste e difficile alle spalle, abbandonato da un padre veterano di guerra caduto vittima dell'alcolismo, tanto da portarlo a cambiare nome e a prendere quello della madre originaria di un paesino del benvenetano, di Sant'Agata dei Goti (oggi in festa e con una delegazione già partita alla volta di New York per andare a portargli gli omaggi).
De Blasio incarna il sogno americano, si è affacciato sulla scena politica come un “robin hood” della middle class newyorkese che ha a cuore la condizione delle fasce deboli della complessa compagine sociale della Grande Mela. Ha cavalcato la scena politica con il programma che poi gli ha reso la vittoria: azzerare la disparità di reddito tra le due facce di New York, quella dei ricchi sempre più super ricchi, saliti a 400mila, e quella che vede vivere oramai nella soglia di povertà la classe media colpita duramente dalla crisi, quella operaia e le tante comunità etniche ispaniche, afroamericane e minori.
Da più di venti anni un democratico non prendeva il comando della metropoli ombelico del mondo, è l'uomo che rispecchia i tempi di oggi. Si presenta con il look da hipster, come marito devoto, un padre che ha a cuore il futuro non solo dei suoi figli ma della nuova generazione di New York, tanto da avere stabilito come punto prioritario della sua tabella di marcia un cospicuo finanziamento alle scuole materne e a programmi doposcuola dove l'educazione alimentare è uno dei moduli portanti.
M.L.