Entusiasmo, professionalità, passione: è questo che si assapora da subito, prima ancora delle birre, all’Italia Beer Fest, a Milano, dove i “publicans” più conosciuti hanno selezionato le migliori birre artigianali provenienti da tutto il mondo per farle conoscere e gustare al pubblico sempre più numeroso di queste manifestazioni.
“Per noi è un onore essere stati selezionati per questo che è il più importante festival della birra artigianale” dice Dorothea, la proprietaria di Mosaik, pub di tendenza nel centro di Catania, che è stato il primo a portare in città la cultura della birra non industriale. “Aprire il Mosaik, per me è stato come trasformare un sogno in realtà: viaggiare per selezionare le birre che poi propongo nel mio locale, incontrare i mastri birrai, decidere insieme quale nuova tipologia di birra proporre ”. Perché è un mondo quello delle birre artigianali, fatto di gente giovane (la maggior parte dei publicans qui ha meno di 40 anni), determinata, entusiasta del proprio lavoro e felice di condividere l'esperienza con chiunque abbia tempo per ascoltare.
E chi passeggia e degusta tra gli stand cerca in effetti una storia, un racconto, che raccolga e metta in fila tutte le sensazioni che poi si sprigionano, lentamente, al palato, con il primo sorso che è ora color del grano, ora quasi bruno, con la schiuma che è potente e densa o quasi appena percepibile, a seconda di come la birra è stata spillata dalla mano sapiente del publican. “Non basta avere una materia di prima qualità, occorre saperla servire”, afferma Michele Galati, proprietario del pub The Dome, a Nembro, poco fuori a Bergamo. Lui, anche se non lo vuole ammettere, è considerato da tutti i publicans qui presenti il Guru della birra artigianale, colui che da oltre 14 anni assaggia, sceglie, seleziona le birre più interessanti in circolazione. E' un'autorità in materia, tanto che viene chiamato in ogni parte d'Italia per tenere seminari sulla birra artigianale, sulle miscele di malti e luppoli e sulle modalità di mescita. “Perché una birra, se spillata in un modo può regalarti una sensazione, se spillata in un altro ti può sembrare un prodotto completamente diverso” dice Galati. E qui confermo: l'esperimento con me è riuscito perfettamente. Una stessa birra spillata con più o meno anidride carbonica mi ha dato la sensazione di assaggiare due prodotti diversi.
I tanti clienti che si aggirano tra gli stand hanno davvero una scelta infinita di birra tra cui scegliere: Blanche, Indian Pale Ale, Imperial Stout, Black Ipa, Belgian Ale, Imperial, tutte con una storia da raccontare, con una temperatura di servizio unica e tecniche di spillatura individuali, che aiutano a valorizzano le qualità di ogni prodotto. E per questo si affidano ai publicans, che come una guida spirituale, osservano, chiedono e poi, con la certezza di aver capito che tipo tu sia, tipica di un maestro di lungo corso, ti porgono con delicatezza un calice spumeggiante di birra, fresca e intensa, proprio come la desideravi.
Cristina Gambarini
ALCUNE FOTO DELL'EVENTO
(Dorothea)
(Michele Galati)