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L'incontro

Carlo Petrini: stop alle razzie nel nostro mare

09 Giugno 2012

A Slow Sea Land Carlo Petrini chiede una urgente governance condivisa nel Mediterraneo. Sullo stato del comparto della pesca interviene anche il direttore per la Promozione Sistema Paese-Ministero degli Affari Esteri


Carlo Petrini a Slow Sea Land, Mazara del Vallo

“C’è l’esigenza urgente di una governance condivisa o nel nostro Mediterraneo l’eccesso di sovranità dei singoli Stati porterà alla distruzione del bene comune”.

L’appello lo lancia Carlo Petrini, il fondatore di Slow Food, che in questi giorni presenzia l’evento, in corso a Mazara del Vallo, Slow Sea Land. Alla luce dei dati non rosei sullo stato del comparto della pesca nel Mediterraneo Petrini esamina su due fronti le possibili azioni perché il bacino possa davvero rappresentare una risorsa comune. Intanto, un primo step come sostiene, sarebbe quello di porre i freni all’opera di depredazione in atto. “Il Mediterraneo non è un luogo in cui depredare senza fine e senza buon senso . dichiara -. Il Mediterraneo è una questione politica. E spero che, con le rivoluzioni che vi sono state, I Paesi della sponda sud del bacino collaborino con più sensibilità rispetto a quanto hanno fatto sotto i satrapi che vi hanno governato. Può esserci una cooperazione che porti ricchezza”. L’altro fronte per la salvaguardia del sistema sta nell’educazione del consumatore. “Il comparto della pesca avrà un futuro se rendiamo partecipi i consumatori di quello che vivono i pescatori e di ciò che rappresentano. Educarli a pagare il giusto prezzo. E questo può essere un buon freno incentivando al rispetto dei limiti posti alla pesca dai governi, impedendo così la razzia nel nostro mare”. Poi chiama in causa il ruolo dell’Unione Europea. “Abbiamo una commissaria  greca e ha la sensibilità per capire le esigenze e le dinamiche del Mediterraneo. L’importante è che l’Unione Europea agisca realmente unita nella diversità, su tutti i fronti e che sia in grado di interagire in modo serio e onesto con i Paesi costieri”.


Maurizio Melani

L’internazionalizzazione potrebbe essere invece la chiave di volta per il futuro del comparto della pesca. Lo ha sostenuto Maurizio Melani, direttore generale per la Promozione del Sistema Paese – Ministero degli Affari Esteri, presente agli incontri di Slow Sea Land. “Si deve operare per sostenere la promozione dell’export attraverso nuovi strumenti. Bisogna investire nella ricerca e nella sinergia con gli altri Paesi. Si parla non di un gioco a somma zero, tutti abbiamo da guadagnare. Non si tratta di strappare da una parte diriti e privilegi. In questo settore si potranno avere vantaggi se si lavora insieme. Il distretto di Mazara su questo si è dimostrato all’avanguardia. Se si opera in tal senso le prospettive sono più che positive”. Tutto da guadagnare anche in un’ottica di interazione con i Paesi asiatici che stanno vivendo una fase di sviluppo. “Il Mediterraneo sta acquistando un ruolo importante nei confronti di questi Paesi. L’Unione Europea deve tenere in considerazione la possibilità di interagire anche su questi fronti”. Sulle difficoltà presentate dal Rapporto 2011 sulla pesca, poi dichiara. “Siamo in una situazione generale di difficoltà. Dobbiamo dare impulso forte all’impresa in questo settore. Internazionalizzare dal punto di vista del’esportazione del nostro prodotto. Ci siamo impegnati per dare nuovo stimolo alle attività di internazionalizzazione. E’ stata creata una nuova agenzia che sostiene queste azioni e che ha sotituito l’Ice. E’ necessario mettere in campo forze amministrative, politiche e tecniche, ed è quello che stiamo facendo”.

C.d.G.