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L'incontro

Catania alla sesta conferenza economica della Cia: nessuna riforma senza l’Italia a bordo

28 Giugno 2012
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“La miglior politica ambientale è quella che cerca di mantenere gli agricoltori sul territorio.

 Per questo non possiamo calare sulle imprese soluzioni che hanno un costo difficilmente sostenibile, bisogna trovare misure che siano tecnicamente adeguate”, ha detto il Ministro alle politiche agricole e forestali Mario Catania (nella foto) oggi a Lecce in occasione della Sesta conferenza economica della Cia “Far crescere l’agricoltura per far crescere l’Italia”. 

Al centro del dibattito la nuova Politica agricola. “Dobbiamo partire dalle sfide che abbiamo davanti. Siamo in un mercato sempre più globalizzato e competitivo e ci troviamo ad avere una prospettiva di crescita della domanda nei prossimi anni, ma nello stesso tempo il reddito delle imprese si riduce. L’assottigliamento del reddito appare in contraddizione con la crescita della domanda,  ma è un dato di fatto dovuto anche al malfunzionamento della filiera. Abbiamo bisogno di un modello di Pac che difenda e tuteli la redditività delle imprese, il valore della produzione e che aiuti la competitività dell’agricoltura europea. Ebbene, tutto questo lo troviamo solo parzialmente nella proposta di riforma della Commissione”.

Sugli aiuti il Ministro auspica che questi non vengano erogati in modo disaccoppiati ma secondo un criterio che possa aiutare i paesi a sostenere le sfide del mercato. “Certo, essere riusciti ad evitare almeno il ‘flat rate’ è stato sicuramente positivo, ma non vogliamo una Pac che abbia questo come punto di arrivo finale, come prospettiva storica successiva. L’attuale distribuzione degli aiuti diretti si deve snodare in un lasso temporale che impedisca uno strappo repentino che avrebbe conseguenze traumatiche su molte produzioni”.

Catania in Puglia è in veste di padrone di casa, accogliendo nel Salento il Commissario europeo all'agricoltura e allo sviluppo rurale Dacian Ciolos. 

“Con Ciolos – ha riferito il Ministro – abbiamo discusso di questo e di altri aspetti importanti del negoziato, come ad esempio del meccanismo di gestione dello sviluppo rurale che consentirà una compensazione a livello nazionale in caso di disimpegno. Inoltre, altra questione altrettanto importante, vogliamo avere la possibilità di costituire  un programma per lo sviluppo rurale a livello nazionale che possa essere impegnato su alcune questioni fondamentali che non possono trovare spazio nei programmi regionali, se non a prezzo di squilibri difficilmente sostenibili, come per esempio le assicurazioni per le crisi di mercato. L’agricoltura italiana parla con una sola voce per far difendere le proprie ragioni. Mai come oggi tutto il mondo agricolo ha avuto una visione comune sulla Pac e credo che questo messaggio sia arrivato chiaramente al Commissario, il quale mi ha confermato che non ci sarà una Pac che non abbia l’Italia a bordo. Credo che la riforma che ci troveremo ad approvare non sarà quella che l’Italia avrebbe scritto, ma che comunque sarà da noi condivisa”.

C.d.G.