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L'incontro

Diritti di impianto. Dirigenti Ue a Palermo. Sulla liberalizzazione i timori di Assovini

19 Settembre 2012
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Una sessione di lavoro a porte chiuse per parlare della nuova Ocm Vino e dei diritti di impianto.

Il gruppo di riflessione di Alto livello sul settore vino composto da esperti e funzionari dei vari Paesi dell’Unione, istituito dal Commissario europeo per l’agricoltura Dacian Ciolos e a cui è demandata l’analisi della questione dei diritti d’impianto, si riunirà a Palermo il 21 settembre. Al centro del dibattito, di cui sono previste solo due sessioni, quella prossima palermitana e di Bruxelles a novembre, vi sarà la liberalizzazione dei diritti di impianto. Si esporranno ricerche e proiezioni sui possibili vantaggi e svantaggi dell’abolizione ai fini del completamento del report da presentare e sottoporre al giudizio della Commissione entro la fine dell’anno. Tra le ricerche portate alla tavola rotonda vi sarà anche quella curata da Etienne Montaigne, direttore dell’Unità di Ricerca Moisa, centro internazionale degli studi superiori in scienze agronomiche e docente di Agricoltura ed economia dell’industria agroalimentare alla facoltà di Ingegneria di Montpellier. Un studio che prende in esame la situazione dei Paesi in cui non c'è il sistema dei diritti di impianto e descritto in un articolo pubblicato su cronachedigusto.it

Il tema è critico e la quasi totalità dei Paesi membri, dei produttori e delle associazioni di categoria chiede da mesi, in modo corale, il mantenimento dei diritti. I timori sono tutti rivolti alle conseguenze che ne scaturirebbero se si avviasse l’abolizione, non solo per il comparto vinicolo europeo ma per la salvaguardia e il futuro stesso dei territori del vino. Il quadro che si prospetta per i produttori non è dei più rosei. Come si evince dalle parole di Antonio Rallo, presidente di Assovini Sicilia, l’associazione che rappresenta che rappresenta il 70% del mondo del vino siciliano riunendo 68 cantine. “La totale liberalizzazione in Australia, per esempio, ha portato alla sovrapproduzione, al crollo del mercato delle uve e dei vini e all'abbandono di tanti vigneti con ingenti perdite per i viticoltori – ricorda – La vite è una coltura arborea con alti costi di impianto, l'eventuale conversione delle superfici ad altre colture è lenta. Se si è costretti poi ad espiantare in tempi brevi questo significherebbe grandi perdite per i viticoltori che non riuscirebbero ad ammortizzare i costi di impianto dei vigneti sostenuti”.

Alla riunione di Palermo vi sarà anche il direttore generale per l'agricoltura della Commissione europea, Josè Silva Rodriguez, che presenterà il quadro di intervento che si sta facendo strada per una regolamentazione più efficace e più flessibile della produzione di vino europea. L'incontro a porte chiuse si terrà a Villa Igiea di Palermo, partirà alle 9 e durerà l’intera giornata. La delegazione dei tecnici e dei funzionari del Gruppo di Alto livello dedicheranno invece la giornata del sabato alla visita dei territori del vino della Sicilia Occidentale con tappa presso alcune cantine dove saranno allestiti banchi per la degustazione dei vini. 

C.d.G.