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L'incontro

“Tornare all’agricoltura?” Dubbi e speranze dei produttori

06 Marzo 2013
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Carlo Petrini insieme a Mario Indovina e ad alcuni studenti di Agraria

Oscar Farinetti e Carlo Petrini sono grandi motivatori.

 Parlano agli studenti presenti nell’aula magna della facoltà di Agraria di Palermo, ma non solo. Parlano ai professori universitari, agli imprenditori, agli agricoltori, tutti riuniti sotto lo stesso tetto per ascoltarli.  Il loro messaggio è chiaro, diretto e, in fin dei conti, è valido per tutti perché è un messaggio di ottimismo, di speranza. Nonostante tutto.
 
“Si è parlato di cose concrete oggi – dice il maestro gelatiere di Cerda Antonio Cappadonia – e come sempre noi siamo in ritardo nell’affrontare queste tematiche. E’ necessario accelerare i tempi per migliorare la qualità della vita, per tornare alla cultura contadina e ridare vita alla nostra economia”.
 
“Io non conoscevo Farinetti , ma solo Petrini – spiega Antonio Romano, imprenditore catanese – e mi sembra che oggi il tema principale sia stato quello delle grandi prospettive e delle grandi speranze: idee concrete e realizzabili. Bisogna puntare sull’agricoltura e sul turismo e questo appare chiaro a tutti fuorché ai nostri governanti”.  
 
Di interventi convincenti hanno parlato anche Anna Maria Di Trapani e Enrica Donia, docenti della facoltà di Agraria: “Petrini e Farinetti hanno indicato una strada da seguire”. Convita delle prospettive offerte dall’agricoltura è anche Daniela Vento, imprenditrice dell’olio: “le idee circolate dentro quest’aula oggi sono senz’altro concrete ma è necessario sburocratizzare questo paese, semplificare le procedure. Le mie figlie, per colpa della burocrazia, hanno un progetto pronto a partire ma da quattro anni aspettano visti e permessi. Così non si può fare impresa”.
 
Si definisce un discepolo di Petrini, incantato e ammaliato, Calogero Romano. “Devo ad una conversazione con lui il mio ritorno all’agricoltura. Petrini mi ha fatto capire l’importanza della riqualificazione del territorio, delle colture locali e così ho creato l’associazione produttori del carciofo spinoso di Menfi che è un presidio Slow Food e oggi lavoriamo per farlo conoscere e apprezzare”.
 
Giocava in casa, invece Mario Indovina, fiduciaro Slow Food di Palermo. Ma è rimasto ugualmente colpito dalle parole di Farinetti “perché è concreto, dà speranza ai giovani. Fa comprendere che il futuro non è certo nel posto fisso ma nell’imprenditoria. Petrini invece è un profeta ed è importante associarsi a Slow Food e sostenere e incentivare i principi che promuove”.
 
Qualcuno però storce un po’ il naso. “Cose concrete, certo. Ma un conto è dire tornate all’agricoltura, un altro è tornare all’agricoltura”, dice Angelo Manna, giovane imprenditore agricolo. “Io lo faccio perché ho una passione smodata ma non è una vita semplice. E’ una strada difficile da consigliare”.

C.M.