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L'intervento

Parla come bevi!!!

17 Ottobre 2022
ph Ennevi VeronaFiere ph Ennevi VeronaFiere

di Daniele Cernilli, DoctorWine

Descrivere, raccontare, persino giudicare un vino comporta l’uso di linguaggi specifici che possono essere molto diversi.

C’è chi adopera termini tecnici, mediati dall’enologia, con una prosa magari fredda ma supportata da conoscenze scientifiche. Ovviamente si rivolgerà a chi condivide quel punto di vista e comprende parole e concetti di quel genere. Altri preferiscono uno stile letterario, raccontato, dove oltre al vino è importante il contesto, che può riguardare la storia di persone, i territori, più che gli aspetti organolettici o enologici. Infine ci sono quelli che più che raccontare il vino provano a mettere se stessi al centro, usando termini gergali e raccontando le proprie sensazioni, come in una sorta di delirio estetico. Tre stili di comunicazione diversi, che qualche volta possono persino mischiarsi fra loro, ma che fanno capire come non sia possibile una sola visione per comunicare un argomento complesso e sfaccettato come è quello che riguarda la vitienologia.

Di certo quello che conta è l’efficacia di quello che si scrive e si dice. Efficacia che si manifesta attraverso l’interesse che si riesce a suscitare presso chi legge, evidentemente, facendo appassionare, informando o almeno incuriosendo quante più persone possibile. Credo sia questo il compito principale della comunicazione, e non solo in questo campo. Nello specifico della letteratura e del giornalismo enologico, che è una forma di giornalismo specializzato, quello che conta è anche la capacità divulgativa di temi talvolta molto tecnici e non immediatamente comprensibili da parte di vaste parti del pubblico potenziale. Qui capita di assistere a inciampi comunicativi, per dirla in modo gentile, che cadono nell’autoreferenzialità e persino in aspetti di comicità involontaria che si potrebbero facilmente evitare, e che hanno spesso a che fare con delle derive di protagonismo o eccessi di estetismo.

Negli ultimi anni, poi, l’esplosione della comunicazione online, gli influencer, alcuni blogger, i siti di vendita, hanno molto mescolato l’informazione con la comunicazione promozionale, un aspetto che sarà anche un segno dei tempi, ma che rende tutto più confuso e scivoloso. Linguaggi anche quelli, legittimi, che però avrebbero bisogno di una trasparenza maggiore di quanto non ci sia, secondo me. Della serie, quando si fa pubblicità basta dichiararlo.

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