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L'intervento

“Stoppare nuovi vitigni sull’Etna va bene, ma in futuro decisioni da motivare meglio”

20 Luglio 2020
Michele-Scammacca- Michele-Scammacca-

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

 

di Michele Scammacca del Murgo

“Malgrado le grandi diversità che esistono tra i soci del Consorzio di tutela dei vini Etna doc, a livello della dimensione aziendale e nelle strategie di produzione (tradizionale, convenzionale, bio, naturali ecc..), prevale per il momento una atmosfera di coesione, e di unità protesa verso il futuro. La proposta di modifica del disciplinare del Consorzio riguardava questioni marginali e non ha sollevato grosse obiezioni da parte dei soci. Tutte le questioni evidenziate dal Consiglio erano rilevanti e di interesse comune. La proposta di abbassamento delle rese unitarie di uva e del divieto di nuovi impianto per tre anni, nasce dalle preoccupazioni per delle giacenze di vino Etna Doc, ma lo stesso consiglio di amministrazione ammette di basarsi esclusivamente sui dati globali provenienti dalle autorità di controllo e di non essere entrato nel merito di esaminare in dettaglio l’entità del problema in relazione alla tipologia aziendale ed alle cause di questo problema.

Personalmente condivido l’opinione che si debba evitare una eccessiva espansione della produzione dei vini Etna Doc, ma una scelta radicale andrebbe studiata e presentata in maniera più accurata. Le statistiche della produzione dei vini Etna Doc, mostrano che già adesso si ottengono rese globali che rientrano nella proposta. Non sono però in grado di dire se la limitazione sui nuovi impianti sia motivata o meno perché manca uno studio più accurato sulla situazione attuale e sulle prospettive future. Apprezzo tuttavia che sia prevalso un senso di responsabilità e che l’assemblea abbia sostenuto le proposte del consiglio di amministrazione. Mi auguro che si riesca a superare la difficile situazione che stiamo vivendo e che la nostra attività possa ritrovare la serenità del tempo passato”.

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