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L'intervento

Zonin (Uiv): “Mercato cinese grande opportunità, ma serve meno burocrazia”

19 Giugno 2015
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(Domenico Zonin, presidente di Unione italiana vini)

“La Cina rappresenta una grande opportunità per il comparto vitivinicolo italiano, che sta già investendo ingenti risorse in attività di promozione e sensibilizzazione per mettere le basi utili a creare la cultura del vino italiano in loco”.

Parole di Domenico Zonin, presidente di Unione Italiana Vini, intervenuto all’evento organizzato dal Comité Européen des Entreprises Vins (Ceev) in collaborazione con Unione Italiana Vini (Uiv) e China Alcoholic Drinks Association (Cada) per fare conoscere ad esperti e operatori del settore, oltre che alla stampa, i vini cinesi.

“Un mercato che, solo per noi, vale oggi circa 75 milioni di euro – dice Zonin -, che potrebbero aumentare notevolmente se riusciremo a superare gli handicap dovuti agli elevati dazi doganali e alla burocrazia imponente. Chiediamo ai Ministeri dell’Agricoltura e dello Sviluppo Economico e alla Commissione Europea di accelerare la firma di accordi bilaterali per sbloccare questa situazione”.

L’evento a cui ha partecipato Zonin, fa parte delle azioni previste per dar seguito all’accordo denominato Memorandum of Understanding firmato nel 2014 proprio da Ceev e Cada con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione commerciale tra i settori del vino europeo e cinese, migliorando la conoscenza reciproca delle potenzialità offerte dai due mercati e consolidando la collaborazione internazionale.

“Siamo in prima linea – spiega il presidente Zonin – nella collaborazione con la Cina per onorare i nostri impegni nei confronti dell’accordo Memorandum of Understanding e, fino ad ora, abbiamo ottenuto feedback molto positivi che ci stimolano a continuare su questa strada. Insieme alle principali aziende vinicole europee, abbiamo ospitato lo scorso anno e torneremo ad accogliere nei prossimi mesi diversi tirocinanti provenienti dalle più importanti aziende vinicole Cinesi per esperienze di stage condividendo le proprie esperienze in materia di know-how in viticoltura, vinificazione, raccolta, fermentazione e gestione delle pratiche di cantina. Un primo passo di apertura che vorremmo fosse seguito da molti altri”.

“Servono azioni tempestive da parte delle Istituzioni italiane e comunitarie – aggiunge il presidente Zonin – per consolidare ulteriormente il dialogo con la Cina con l’obiettivo di acquisire il necessario via libera su quel mercato. Utile sarebbe, come avverrà per l’Australia nel 2020 e come è già per il Cile, stringere accordi per ridurre i pesanti dazi che rallentano enormemente gli scambi possibili”.

“Altro fattore fondamentale che la Commissione Europea sta negoziando con la Repubblica Popolare Cinese – conclude Domenico Zonin – è un accordo sulla protezione delle indicazioni geografiche relative ai prodotti alimentari e ai vini comunitari. Durante l’ultimo incontro tra le delegazioni cinesi ed europee è stata confermata l’intenzione di giungere alla conclusione dell’accordo nei prossimi mesi, per garantire diretta protezione delle Indicazioni Geografiche europee, fra le quali 22 nomi dei principali vini a Denominazione di Origine e a Indicazione Geografica italiani. Auspichiamo che tale accordo avvenga in tempi brevi e confido che il Ministro Martina lavorando in stretta sinergia con la Commissione Europea, riesca a colmare questa lacuna laddove molti suoi predecessori hanno fallito, per il bene di tutto il comparto vitivinicolo italiano”.

Le 22 Indicazioni Geografiche italiane contenute nell’accordo sono: Chianti, Asti, Bardolino (superiore), Barolo, Brunello di Montalcino, Vino nobile di Montepulciano, Montepulciano d'Abruzzo, Soave, Toscano/a, Franciacorta, Dolcetto d'Alba, Brachetto d'Acqui, Barbaresco, Conegliano- Valdobbiadene- Prosecco, Marsala, Bolgheri Sassicaia, Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, Campania, Sicilia, Prosecco.