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Lutto

Addio a Silvano Samaroli, il re dei distillati: “Quel giorno che me ne parlarono in Scozia”

17 Febbraio 2017
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(Silvano Samaroli)

E' morto all'età di 77 anni Silvano Samaroli, pioniere dei distillati italiani di qualità. L'azienda che ha fondato, adesso è, in mano ad Antonio Bleve, suo allievo che porta avanti la tradizione dei distillati di eccellenza iniziata da Samaroli negli anni '60.

Di seguito vi proponiamo un ricordo di Lorenzo Righi, coordinatore del Club Excellence che con Samaroli ha lavorato e che conosceva molto bene.

“La sua morte è stata una sorpresa”. Inizia così Lorenzo Righi il ricordo di Silvano Samaroli. “Non lo vedevo personalmente da un po' – dice Righi – ma avevo sempre notizie aggiornate grazie a Bleve”. Samaroli era battagliero, “molto dinamico, attivo e sempre controcorrente, una cosa che lo ha contraddistinto e che gli ha fatto fare fortuna”, racconta Righi. Negli eventi, alle cene o ai pranzi e perfino nei viaggi di lavoro, “mi ha sempre dato l'idea di essere un uomo di grande spessore. Aveva un'idea tutta sua dei distillati, ma alla fine ha avuto ragione”. Già, perché negli anni '60, quando in Italia si bevevano distillati della grande distribuzione, Samaroli fu il primo a parlare di qualità ed eccellenza: “Lo paragono un po' a Veronelli – dice Righi – Come Luigi ha dato visibilità e credibilità ad alcuni territori ed alcune espresioni del mondo del vino, Silvano ha portato in alto il mondo dei distillati italiani. Tanto che, un giorno, mentre eravamo insieme in Scozia, uno scozzese mi chiese: “Da dove venite?” e io risposi: “Italia”. E lui mi replicò: “Italia, Samaroli”. Non disse Ferrari o chessò, Roma. Questo per far comprendere quanto quest'uomo avesse varcato i confini nazionali e imboccato la strada giusta nel mondo dei distillati di una certa qualità. Lo riconoscevano e apprezzavano perfino nella terra dei distillati per eccellenza, qual è la Scozia”.

Tendeva a non produrre i distillati a pieno grado, una cosa che gli fece piovere addosso tante critiche. Ma andò avanti per la sua strada senza voltarsi mai. Fino all'arrivo di Bleve: “Con lui ha avuto un rapporto familiare, lo ha allevato con passione, con una rara finezza e professionalità e Antonio è la persona giusta al posto giusto – dice Righi – Silvano aveva un palato unico, affinato in anni di esperienza, ma sono sicuro che Bleve sarà in grado di portare avanti la tradizione dell'azienda. E' quello che avrebbe voluto Silvano”.

G.V.