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Taormina Gourmet 2019

Impasti leggeri e topping golosi: Di Blasi e Traina sorprendono con le loro pizze

28 Ottobre 2019
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(Alessandro Traina e Antonio Di Blasi – ph Vincenzo Ganci)

di Silvana Polizzi Sabino

Sicilia, sapori della terra e sapori del mare e poi ricette della tradizione. Questa la grande ricchezza delle pizze realizzate oggi al terzo “cooking show pizza” dell'ultima giornata di Taormina Gourmet. 

Ancora una doppia esibizione per la preparazione di pizza al padellino, quasi in contemporanea. Con le mani in pasta Antonio Di Blasi della pizzeria Frida di Palermo e Alessandro Traina della pizzeria Apud Jatum di San Cipirrello provincia di Palermo. Non c'è limite alla golosità che suscita la pizza, ma sempre di più si affinano le tecniche per produrre impasti leggeri ed appagare i gusti con topping d'autore. Rispetto per la genuinità dei prodotti e per i sapori del territorio, questi sono i comuni denominatori di queste esibizioni. 

Di Blasi ha preparato “Ameterra” ovvero la mia terra, una pizza a due gusti, una parte con zucca, piacentino ennese allo zafferano, tartufo, l'altra parte con gambero rosso di Mazara del Vallo marinato con succo d'arancia di Ribera, pesto di pistacchio di Bronte, stracciatella pugliese. L'impasto è a base di farina Allegra Mulino Quaglia. In abbinamento la birra Moak di Tarì.

“Beautiful la Spontanea” è invece il nome della pizza creata da Alessandro Traina, base croccante con cavolicelli, salsiccia, pomodoro secco, caciocavallo semistagionato, mollica tostata. L'impasto lievitato 48 ore è a base di farina Evolutiva e tipo 1 Mulino Quaglia. In abbinamento la birra Saia Yblon. 

Un mestiere che diviene scelta e passione nel tempo. Questo accomuna i due pizzaioli. Entrambi in una prima fase si ritrovarono ad essere pizzaioli per caso. Traina quasi per scelta di famiglia, all'interno di un'attività di ristorazione e pizzeria aperta dal padre 32 anni fa, negli anni, però, questo mestiere diventa passione, grazie alla quale trasforma e personalizza quell'antico locale. Di Blasi all'inizio è pizzaiolo per bisogno, così si racconta. “Quando avevo18 anni – dice – la mia famiglia si trasferì a Bologna e lì iniziai a far pizze, ma in quel momento per me era un lavoro come un altro. Nel tempo compresi che era diventata una scelta, la voglia di migliorami e farne un'arte ebbe il sopravvento. Così ho affinato studio e ricerca fino ad arrivare quasi 10 anni fa all'apertura di “Frida” insieme alla mia socia Ornella Falanga. Il cliente oggi, è al vertice delle mie priorità. Per i risultati che ottengo ogni giorno devo ringraziare tutti i miei collaboratori. Oggi – conclude- ho chiamato questa pizza “Ameterra” in omaggio a quei siciliani che pensano sia sempre necessario andar via per avere successo, a loro dico: provate a restare e a sviluppare in questa splendida terra i vostri talenti. Io tornando in Sicilia ce l’ho fatta, provateci anche voi”.