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Il personaggio

Leonardo Di Vincenzo dalla birra al vino: “La mia prima vendemmia in Puglia”

12 Ottobre 2019
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Il fondatore di Birra del Borgo “sbarca” nel mondo del vino a Masseria La Cattiva. Sei, forse sette referenze sul mercato già quest'anno


(Leonardo Di Vincenzo)

di Giorgio Vaiana

Dalla birra al vino il passaggio non è così breve. Lo sa benissimo Leonardo Di Vincenzo, romano 42 anni, fondatore nel 2005 a Borgorose, un comune di 4mila abitanti in provincia di Rieti, del birrificio Birra del Borgo. 

Oggi Leonardo non è più il proprietario del birrificio che è stato ceduto nel 2016 alla multinazionale AbInBev, il gruppo numero uno al mondo. Ma il suo dinamismo ha proiettato Leonardo in un mondo che, fino a qualche tempo fa, era proprio distante dal suo modo di pensare: il vino. Ed è già in corso, nella tenuta gestita con un amico, la sua prima vendemmia. Già, perché Leonardo Di Vincenzo quest'anno farà il suo debutto nel mondo enologico italiano. La tenuta si chiama Masseria La Cattiva e si trova a San Michele di Bari nei pressi di Gioia del Colle.Circa tre ettari, vigneti classici della zona perlopiù, dal Primitivo all'Alglianico, passando per il Negroamaro, oltre a Trebbiano, Montepulciano e Malvasia. “La masseria – racconta Leonardo – è di un mio amico che qua produceva uva in biologico da oltre 20 anni. Ma l'uva lui la vendeva ad altri produttori. Lo scorso anno ci siamo divertiti a fare del vino, in maniera non canonica ovviamente, e abbiamo visto che tutto sommato non era venuto poi così male. Allora abbiamo investito dei soldi per sistemare la masseria ed eccoci qui”. 

Saranno sei, forse sette, le referenze che usciranno fuori dal nuovo progetto di Leonardo Di Vincenzo che in etichetta userà il nome della masseria. Tre filoni, li definisce Leonardo, quando parla dei suoi vini. Uno un po' più classico, con le tipologie bianco (trebbiano in purezza), rosso (varie uve al 100 per cento, senza aggiunta di lieviti e senza solfiti) e rosato (montepulciano con poche ore di macerazione). Non avranno una gradazione molto elevata. Si tratta di vini più che naturali, come li definisce Leonardo. Il secondo filone è quello che caratterizzerà, secondo il nostro parere, la linea dei vini di Leonardo. “Questa seconda linea nasce dalle mie conoscenze del mondo della birra. Sono infatti vini rifermentati”. Base Negroamaro, Primitivo e Trebbiano vinificati in bianco con il cosiddetto metodo ancestrale. E poi un metodo classico, molto particolare: “Lo faremo con le uve affumicate – dice Leonardo – La base sarà Trebbiano e Malvasia e uscirà sul mercato nel 2020. Ci siamo divertiti ad affumicare le uve e vedere cosa usciva fuori. E' un chiaro lavoro che viene dal mondo della birra, dove si gioca spesso con questi sentori. Noi ci proviamo, ma soprattutto ci divertiamo e cerchiamo di fare sempre le cose al meglio delle nostre possibilità”. 

E proprio con la voglia di giocare e di sperimentare Leonardo si è avicinato al mondo del vino, “una passione che ho sempre avuto, ma a cui mai come prima d'ora,avevo dato seguito. Noi stiamo provando una nuova avventura. Ma non stiamo certo facedo il “famolo strano” a tutti i costi. Stiamo lavorando per fare emergere le potenzialità dei nostri vini”. Un tuffo nel passato, però, è dovuto: “La cessione di Birra del Borgo è stata molto travagliata – racconta – Da un lato la parte sentimentale che mi diceva di non farlo, dall'altro tutte le vicissitudini legate al mondo della birra. Ho continuato per un po' a lavorare nell'azienda, ma poi non c'erano più le condizioni ed era giusto farmi da parte. Non c'è, e questo ve lo assicuro, un cambio di identità di Birra del Borgo. Tutti i progetti che ci eravamo prefissati sono stati fatti o sono in corso. Ma quando entrano in gioco numeri più grandi, è chiaro che cambia anche il sistema di gestione dell'azienda, che diventa difficile e complesso, con persone di altra natura. A quel punto io ero un po' fuori posto. Loro non stanno variando quello che abbiamo creato, ma credo si dedicheranno ad un mercato delle lager più tradizionali. Venduto il birrificio per 25 milioni di euro? Le leggende non sempre dicono la verità”.

Il mondo della birra è sempre in evoluzione. “Sono stupito dei progressi del Sud – dice – quest'estate sono stato spesso in Sicilia (il padre è di Cefalù, in provincia di Palermo) e in Puglia per seguire le uve e ho visto un fermento straordinario, molto più interessante di quello che si trova al Nord Italia. Ho trovato produzioni di incredibile qualità, la voglia di provarci in maniera importante e ho notato di come la birra artigianale si sia molto diffusa rispetto a pochissimi anni fa”. Leonardo, ora, si avvicina al mondo del vino “con molta umiltà – dice – ho tanto da imparare”, ma ha la voglia di provarci. E visto quello che è riuscito a creare con Birra del Borgo, le premesse ci sono tutte. Al Vinitaly 2020 dovrebbero esserci le sue prime bottiglie di vino, “ma non so ancora dove sarò in fiera – dice – Poi sicuramente faremo varie presentazioni in Puglia e in giro per l'Italia. Stiamo provando ad organizzare tutto”.