Il chilometro più bello di Reggio Calabria, per quattro giorni, è stato anche il chilometro più buono. Si è conclusa con un trionfo di gelato e di folla l’edizione 2025 di Scirubetta, il festival del gelato artigianale nato dalla collaborazione tra Conpait, Città Metropolitana di Reggio Calabria, Arsac, Calabria Straordinaria e Confartigianato.
Lungomare Falcomatà ha ospitato 34 gelatieri provenienti da 7 paesi del mondo e rivendicato, a buon diritto, storia e tradizione che fanno di Reggio Calabria una delle capitali italiane del gelato artigianale. Oltre centomila i visitatori che hanno affollato gli stand dei maestri gelatieri, impegnati a proporre gusti innovativi, versioni vegetali e interessanti riletture dei classici. Dal bergamotto alla nocciola, dal dattero al mirto selvatico, passando per mandorla, pistacchio, cioccolato, reinterpretati con estro e buon gusto. Fare un giro tra gli stand per le degustazioni ha dato la misura di come la macchina organizzativa sia ben rodata già dopo quattro edizioni e, soprattutto, ha permesso di potere assaggiare gelati tecnicamente ineccepibili. Soprattutto sorbetti, gelati realizzati con base acqua, molto presenti al festival, che ormai grazie a tecnologia e sapienti lavorazioni hanno raggiunto una cremosità e una consistenza che li rende molto vicini alle creme fatte con latte e panna.
Nella sezione competitiva, la giuria si è così espressa: vince Vincenzo Squatrito di Oliveri, in provincia di Messina, con il Bacio Hallelujah, seguito da Nicola Arena con la Mia Gianduia Capo Peloro, e Daniele Lopez con il Gelato al Panzibì.
Scirubetta 2025, Reggio Calabria: stand presi d’assalto al festival del gelato
Ma Scirubetta è stata anche l’occasione per fare alcune riflessioni sul mondo del gelato e sulla sua forza trainante per la promozione della cultura locale e del turismo. “A Reggio Calabria abbiamo un patrimonio di gelatieri di terza e quarta generazione che va tutelato e promosso – ha affermato Angelo Musolino, presidente Conpait – e Scirubetta è l’occasione giusta per farli conoscere e lavorare per far diventare questa città la capitale mondiale del gelato”.
In Calabria sono 237 gli artigiani del gelato e in Italia il gelato artigianale muove un fatturato di 3 miliardi di euro, conta oltre 39.000 punti vendita attivi e un export che ha superato i 100 milioni di chili, con mercati forti in Stati Uniti, Germania, Spagna e Francia. Gli italiani ne consumano circa 2 chili a testa ogni anno, per una spesa media di 46 euro.
“Gelato”, così come pizza e pasta, si chiama gelato in tutto il mondo (e non icecream) ed è un simbolo della qualità e dell’artigianalità dei prodotti italiani – ha aggiunto Giovanna Pizzi, responsabile del festival -. La nostra intenzione è stata quella di fare di Scirubetta l’agorà dell’opinione, delle tendenze e delle esigenze del gelato artigianale, i cui numeri sono in costante crescita, facendo incontrare l’abilità dei maestri gelatieri, le aziende di settore e gli stakeholder della comunicazione, durante un evento che cresce di anno in anno ed accoglie centinaia di migliaia di persone”.
Scirubetta 2025: da sinistra, Angelo Musolino, Lillo Freni e Peppe Leotta
Dell’importanza del gelato come racconto del territorio si è parlato anche in uno dei talk organizzati durante la manifestazione e moderato dal direttore di Cronache di Gusto Fabrizio Carrera, nel corso del quale è emersa la necessità di parlare di terroir non solo nel vino ma anche in ambiti in grande crescita come quello del gelato e di come alcuni prodotti locali – il fico di Catona o l’arancia Belladonna, ad esempio – abbiano trovato una nuova narrazione attraverso il gelato che permette di dare immediatezza a ciò che il territorio esprime. Immancabili anche gli appuntamenti con il gelato gastronomico e i piatti realizzati dagli chef della Federazione italiana cuochi.
Per la cronaca: anche il pubblico, dopo aver degustato i gelati, ha avuto la possibilità di esprimere le proprie preferenze e si è espresso come segue: primo posto (nuovamente) a Vincenzo Squatrito con il gelato Nocciolissimo, seguito da Domenico Giovanni Laganà di Reggio Calabria con Crema Tiramisù e Ivan Procopio di Catanzaro con Ombre e luci del domani (pistacchio di Sicilia, fragoline di bosco, crunchy di avena).
Il gelato Agrum’Oro di Lillo Freni
Tra gli assaggi che noi abbiamo apprezzato di più, invece, Mirto selvatico del Pollino, realizzato dall’appena diciassettenne Virginia Vincenzi della gelateria Barbarossa di Villapiana in provincia di Cosenza, con una consistenza vellutata e piena resa più spumeggiante dall’acidità del mirto; Agrum’oro con infuso di bergamotto e limoni di Lillo Freni della pasticceria Freni di Messina che ha dato al bergamotto ed al suo caratteristico retrogusto amarognolo un perfetto bilanciamento; il sorbetto alla mandorla di Avola profumato all’arancia di Giacomo Barone di Caltagirone, classico ma non troppo.