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I cento anni della cantina Varvaglione: presentato il libro fotografico di Dirk Vogel

09 Dicembre 2021
Mimmo_Varvaglione_intervistato_da_Angelo_Melone Mimmo_Varvaglione_intervistato_da_Angelo_Melone

Una storia familiare che si intreccia con la storia di Taranto. Ed è a Taranto che è fortemente legato da sempre Mimmo Varvaglione tanto da celebrarla attraverso i suoi vini.

“La prima bottiglia commercializzata si chiamava Talsanello”, ha raccontato durante l’intervista sul palco del Teatro Fusco di Taranto, una sorta di omaggio a una frazione della Città in cui tutto è nato. “Ma poi, quando l’azienda è passata dalla trasformazione all’imbottigliamento ho voluto celebrare Taranto e la sua storia ed è nato lo Schiaccianoci, un vino che porta nel mondo la storia della mia Città racchiusa nell’immagine della raffinata opera conservata tra gli Ori di Taranto fiore all’occhiello del Museo archeologico MArTa”. E da lì è nata la linea dei vini chiamata Terra, un omaggio a Taranto e alla sua identità. Insomma, forte da sempre il legame tra la famiglia Varvaglione e la Città. Un legame che ha affascinato lo sguardo e l’obiettivo di Dirk Vogel, noto fotografo di moda e di spettacolo che ha ripreso i volti più noti e più belli di un mondo che celebra la bellezza, ma che arrivato a Taranto si è lasciato coinvolgere dalla luce, dagli scorci, dai volti e dalla maestosità della natura: ulivi e vigne vecchie, paesaggi e skyline.

(Mimmo Varvaglione e Angelo Melone)

“Ho amato la luce di Taranto – racconta Dirk Vogel – sono rimasto affascinato dall’autenticità dei luoghi e delle persone. Io che sono abituato a scattare foto in un mondo come quello della moda e dello spettacolo, arrivando a Taranto dalla famiglia Varvaglione sono rimasto colpito da una bellezza alternativa, mista alla purezza di quello che ho visto. Taranto Vecchia bellissima nelle sue mura e nei suoi volti; San Donato, lì dove c’è Masseria Pizzariello, con le stradine costeggiate da fichi d’india, vigneti e alberi secolari d’ulivo, è stato un viaggio che mi ha emozionato e colpito. Eravamo io e la mia macchina fotografica, senza trucchi. Perché ho scoperto che Taranto non ne ha bisogno. È la bellezza vera”. In Vite, il libro fotografico che ferma il tempo lungo cento anni di questa famiglia pugliese, è raccontata la storia della famiglia Varvaglione saldamente legata a quella del territorio in cui l’azienda vinicola ha preso forma ed è cresciuta e da cui è partito un viaggio che porta i vini pugliesi in più di 60 Paesi nel mondo.

“Poter raccontare cento anni di storia – racconta Cosimo Varvaglione – è un privilegio e una responsabilità. Siamo forti di una storia che si fonda su pilastri solidi tra valori e competenze. Non ci fermiamo mai e siamo motivati da un continuo fermento di progetti e visioni che ho la gioia di aver trasferito ai miei figli e ai miei collaboratori”. La famiglia Varvaglione anche quest’anno sosterrà un’attività sociale importante per la Città di Taranto. Nel corso della serata, alla presenza di Don Emanuele Ferro, è stato annunciato il sostegno all’Oratorio diffuso in Città Vecchia. “Perché l’investimento più bello e più lungimirante è quello sulle future generazioni” ha chiosato Mimmo Varvaglione.

C.d.G.