Molto più di un libro di ricette. Sogni di zenzero è una bella storia di vita, un racconto di integrazione e riscatto, di sofferenza e tenacia. Scritto dalla chef Mareme Cisse insieme con la giornalista e scrittrice palermitana Lidia Tilotta ed edito da Slow Food editore, il libro è un racconto, delicato e incisivo al tempo stesso, di vita e cucina tra Senegal e Sicilia. In pagine ricche di emozioni, la chef racconta, tramite le parole della Tilotta (che hanno trovato la giusta misura, come racconta la stessa giornalista, solo dopo avere cucinato insieme a Mareme), il lungo e travagliato percorso che l’ha portata ad essere oggi una chef affermata, che gestisce Ginger, il suo ristorante ad Agrigento, con il supporto di una comunità locale che, negli anni, si è stretta intorno a lei, ammaliata innanzitutto dai suoi piatti e poi dal suo modo di essere.
Le ricette, frutto evidente di una contaminazione tra la cucina dell’Africa occidentale e quella siciliana, scandiscono i momenti di vita di Mareme: accompagnano quelli felici, sostengono quelli tristi. Dal viaggio di addio al Senegal con in braccio un bimbo piccolo per raggiungere il marito che viveva e lavorava ad Agrigento, agli anni di solitudine, incertezza, bisogno di affermarsi non solo come moglie e mamma. A salvarla è sempre la cucina, che ha imparato ad amare in Senegal grazie ad una zia cuoca. In Sicilia la chef scopre materie prime a lei sconosciute, come ad esempio il carciofo, che entrano di gusto nella sua cucina e chi apprezza i suoi piatti scopre sapori mai immaginati prima. Così la cucina diventa linguaggio quando, all’inizio del suo soggiorno agrigentino, a Mareme mancano le parole perché non conosce la lingua; mezzo per socializzare con la comunità locale quando si sente sola in un paese straniero; forma di riscatto da un matrimonio improntato su un modello di patriarcato che a Mareme, figlia di una mamma commerciante giramondo, sta decisamente stretto.
Dopo un periodo di crisi a seguito del fallimento del suo matrimonio, Mareme si ritrova con quattro figli da crescere e tanti sogni da accarezzare. Primo fra tutti quello della cucina. Ma non vuole lasciare Agrigento, che per i suoi figli è casa. Così si rimbocca le maniche e cucina senza sosta. I suoi piatti parlano per lei e sono il tramite attraverso il quale stringe amicizie e sodalizi che durano ancora oggi e che le hanno dato la spinta per arrivare dov’ è. Con i piatti del suo ristorante Mareme Cisse scardina il luogo comune in base al quale si vorrebbe una cucina etnica come piccante e a basso costo: “Con etnico si vuole indicare una cucina di ex colonie senza una vera cultura gastronomica capace di competere con quella italiana. Fare capire che Ginger, la mia creatura, è altro, è stata forse la sfida più complessa” racconta la chef nel libro. Invece i suoi piatti, e il racconto che ne fa attraverso le pagine di Sogni di zenzero, parlano di un paese, il Senegal, ricco di materie prime che “stimolano fantasie e commistione di sapori”. Non a caso Ginger è stato insignito con la Chiocciola di Slow Food, attribuita solo ai ristoranti che offrono cibo di qualità rispettando territorio, produttori e sostenibilità. Oggi la chef porta avanti il suo sogno con tenacia e immagina di aprire il suo ristorante anche a Palermo, città che per lei è una continua scoperta, il luogo in cui vorrebbe far crescere i suoi quattro figli e il quinto, Ginger.
Sogni di zenzero
Mareme Cisse, Lidia Tilotta
Slow Food Editore
pagine 288
35 euro