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I “sogni di zenzero” di Mareme Cisse: nel suo libro la vita, il riscatto, la cucina

05 Giugno 2025
La copertina del libro Sogni di zenzero La copertina del libro Sogni di zenzero

Molto più di un libro di ricette. Sogni di zenzero è una bella storia di vita, un racconto di integrazione e riscatto, di sofferenza e tenacia. Scritto dalla chef Mareme Cisse insieme con la giornalista e scrittrice palermitana Lidia Tilotta ed edito da Slow Food editore, il libro è un racconto, delicato e incisivo al tempo stesso, di vita e cucina tra Senegal e Sicilia. In pagine ricche di emozioni, la chef racconta, tramite le parole della Tilotta (che hanno trovato la giusta misura, come racconta la stessa giornalista, solo dopo avere cucinato insieme a Mareme), il lungo e travagliato percorso che l’ha portata ad essere oggi una chef affermata, che gestisce Ginger, il suo ristorante ad Agrigento, con il supporto di una comunità locale che, negli anni, si è stretta intorno a lei, ammaliata innanzitutto dai suoi piatti e poi dal suo modo di essere.

Le ricette, frutto evidente di una contaminazione tra la cucina dell’Africa occidentale e quella siciliana, scandiscono i momenti di vita di Mareme: accompagnano quelli felici, sostengono quelli tristi. Dal viaggio di addio al Senegal con in braccio un bimbo piccolo per raggiungere il marito che viveva e lavorava ad Agrigento, agli anni di solitudine, incertezza, bisogno di affermarsi non solo come moglie e mamma. A salvarla è sempre la cucina, che ha imparato ad amare in Senegal grazie ad una zia cuoca. In Sicilia la chef scopre materie prime a lei sconosciute, come ad esempio il carciofo, che entrano di gusto nella sua cucina e chi apprezza i suoi piatti scopre sapori mai immaginati prima. Così la cucina diventa linguaggio quando, all’inizio del suo soggiorno agrigentino, a Mareme mancano le parole perché non conosce la lingua; mezzo per socializzare con la comunità locale quando si sente sola in un paese straniero; forma di riscatto da un matrimonio improntato su un modello di patriarcato che a Mareme, figlia di una mamma commerciante giramondo, sta decisamente stretto.

Dopo un periodo di crisi a seguito del fallimento del suo matrimonio, Mareme si ritrova con quattro figli da crescere e tanti sogni da accarezzare. Primo fra tutti quello della cucina. Ma non vuole lasciare Agrigento, che per i suoi figli è casa. Così si rimbocca le maniche e cucina senza sosta. I suoi piatti parlano per lei e sono il tramite attraverso il quale stringe amicizie e sodalizi che durano ancora oggi e che le hanno dato la spinta per arrivare dov’ è. Con i piatti del suo ristorante Mareme Cisse scardina il luogo comune in base al quale si vorrebbe una cucina etnica come piccante e a basso costo: “Con etnico si vuole indicare una cucina di ex colonie senza una vera cultura gastronomica capace di competere con quella italiana. Fare capire che Ginger, la mia creatura, è altro, è stata forse la sfida più complessa” racconta la chef nel libro. Invece i suoi piatti, e il racconto che ne fa attraverso le pagine di Sogni di zenzero, parlano di un paese, il Senegal, ricco di materie prime che “stimolano fantasie e commistione di sapori”. Non a caso Ginger è stato insignito con la Chiocciola di Slow Food, attribuita solo ai ristoranti che offrono cibo di qualità rispettando territorio, produttori e sostenibilità. Oggi la chef porta avanti il suo sogno con tenacia e immagina di aprire il suo ristorante anche a Palermo, città che per lei è una continua scoperta, il luogo in cui vorrebbe far crescere i suoi quattro figli e il quinto, Ginger.

Sogni di zenzero
Mareme Cisse, Lidia Tilotta
Slow Food Editore
pagine 288
35 euro