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Dieci vini imperdibili al Vinitaly 2024… secondo Gabriele Gorelli MW

08 Aprile 2024
Gabriele Gorelli - ph Vincenzo Ganci, Migi Press Gabriele Gorelli - ph Vincenzo Ganci, Migi Press

E’ ormai tempo di Vinitaly. E anche quest’anno la nostra redazione, ha chiesto a grandi personaggi del vino italiano, di consigliare dieci etichette che bisogna assolutamente provare e non perdere alla prossima edizione della fiera veronese. Si sa, infatti, sono troppe le cantine e i vini in “mostra”. Ed è davvero difficile orientarsi nel “mare magnum” di tutti questi vini. A offrire la sua personalissima top ten, è Gabriele Gorelli, primo Master of Wine italiano della storia. Che tra l’altro, a Verona, sarà protagonista di una serie di masterclass che potete scoprire sul sito del Vinitaly. Leggiamo insieme le bottiglie selezionate.

I consigli di Gorelli

Bellavista – “Teatro alla Scala” Franciacorta Brut Docg 2018
E’ un omaggio della famiglia Moretti al Teatro della Scala di Milano. Un Franciacorta ottenuto da una selezione di uve Chardonnay e Pinot Nero che affinano in botti di rovere bianco. Il risultato è un vino che danza al palato come un ballerino della Scala, in perfetto equilibrio tra l’eleganza del movimento e il passo agile ma deciso, teso e ritmato. L’allungo è sapido, agile e vibrante.

Mura Mura – “Garibaldi” Grignolino d’Asti Doc 2021
Luigi Veronelli definì il Grignolino “il più rosso dei vini bianchi ed il più bianco dei vini rossi”. Un vitigno che torna, dopo anni in sordina, ad essere quanto mai attuale, grazie alla sua versatilità e immediatezza. Il Garibaldi trova la sua essenza in ciò che manca ancor più che in ciò che abbonda. Il colore è tenue, la struttura è minuta, ma la sorpresa sta tutta nella ricchezza aromatica, nelle note di frutta succulenta e nel tannino setoso e fine, mai invasivo ed estremamente poliedrico.

Tenuta di Fiorano – Fiorano Bianco 2018
L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare. Fiorano incarna pienamente questo concetto. Ottenuto da uve Grechetto e Viognier, da vigneti coltivati sui fasti della Roma antica, è un vino a cui riesce tutto facile senza sforzo, che sorprende per la disinvoltura con cui si muove agile al palato, nonostante la prolungata permanenza sulle bucce, l’affinamento in legno e la permanenza “sur lie” che gli conferiscono una complessità ed uno spessore spiccati ma mai ridondanti. Le note di frutta matura si dipanano su un sottofondo di erbe aromatiche e note boisé, sostenute da una spinta acida e da un allungo slanciato. Un vino di classe.

Tenuta Sant’Antonio – “Antonio Castagnedi” Amarone della Valpolicella Docg 2018
“La potenza è nulla senza il controllo” è una massima che si potrebbe applicare a molti tra i vini generosi o abbondanti. I fratelli Castagnedi, in Valpolicella orientale, stanno intraprendendo un percorso di grande coscienza, proprio sul loro vino più classico. L’Amarone “Antonio Castagnedi” 2018 è senza dubbio il più compatto e vitale prodotto a Tenuta Sant’Antonio, seppure figlio di un’annata potente e matura. C’è spessore e presenza, ma senza ‘peso’ e quelle note affaticanti di appassimento che ne demotivano la beva. Uno stile rinnovato e definito, in linea con le tendenze dei consumi.

Cleto Chiarli – Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc “Vigneto Cialdini”
Cleto Chiarli è un’icona nella produzione vinicola emiliana, un’azienda già attiva alla metà del 1800. Questo Lambrusco è ottenuto da sole uve Grasparossa, provenienti dal singolo vigneto “Cialdini”, che regala un sorso ricco, succulento di frutta scura ben matura, perfettamente equilibrata da un tannino fermo ma ben levigato e da un’acidità rinfrescante. La bolla è fine, a trama fittissima che ne impreziosisce l’eleganza.

Gorghi Tondi – Ziller 47
Una delle sorprese più intriganti degli ultimi assaggi, emblema della versatilità dell’uva Grillo, capace di esaltarsi negli stili e nelle vinificazioni più disparate. Affinato in botte per 11 anni, è un vino che rende omaggio alla tradizione siciliana dei pre-British senza bisogno di ricorrere alla fortificazione. Una personalità unica, giocata su note di agrumi canditi, zenzero, mandorla amara a cui si aggiunge tutta la parte terziaria del legno. Un vino che sa di Sicilia e di sole intenso, da giocare con abbinamenti estremi oppure da meditazione.

Borgo Scopeto – Chianti Classico Docg 2021
Un Chianti Classico a cui solitamente piace restare defilato, esce finalmente allo scoperto in questa annata 2021, mostrando tutta la sua stoffa. Il sorso è profondo e sapido, ricco di frutta ben matura che regala un centro bocca sostenuto, elegante ed un allungo agile, dinamico e lunghissimo. La trama tannica è fine e profonda. Da bere adesso o da aspettare pazientemente nella sua evoluzione. Un vino contemporaneo.

Masciarelli – Cerasuolo d’Abruzzo Doc Superiore “Villa Gemma” 2022
“Questa mano può esse ferro e può esse piuma” diceva Mario Brega in un celebre film. E qui, il Montepulciano d’Abruzzo – che sa essere vino muscoloso e ricco – si dimostra capace di indossare una veste leggiadra e succosa. Spogliato dei suoi muscoli, ci regala un vino dal colore tenue, dai profumi accattivanti, dalla grande ricchezza aromatica e dal sorso succulento di frutta rossa matura, tra ciliegie, amarene e melograno, ed una vena fresca che lo rende ampiamente apprezzabile in ogni momento. Un vino trasversale in tavola, capace di accompagnare i piatti più disparati

Marjan Simcic – Sauvignon Vert “Opoka” Ronc Zegla Cru Goriska Brda 2022
Brda è il naturale proseguimento del Collio, una volta attraversato il confine Sloveno, e Sauvignon Vert è il nome che è stato dato all’uva Friulano, una volta costretta ad abbandonare il nome di Tocai. Marjan Simcic è un faro nella sua regione, uno di quei produttori capaci di essere un innovatore senza cambiare nulla, senza perdere il contatto con la tradizione anzi, casomai esaltandola. Questo vino fa parte dei progetti “Opoka” (Ponca in Friulano), vini ottenuti dalle vecchie vigne quasi centenarie poste sulle tipiche colline arenarie del Brda. Un vino di grande complessità e concentrazione, profondo, ricco di frutta matura che si palleggia tra note più fresche e speziate di erbe spontanee e pepe bianco, per un finale ricco, armonico e minerale, e un allungo impareggiabile. Un’esperienza.

Charton & Trebuchet – Chassagne Montrachet 2021
Il bianco fermo francese più amato dalla sommelierie italiana, senza dubbio. Qui in una versione “village” che esalta le note citrine, combinandole con una tostatura austera che si protrae a lungo al palato. Annata difficile, la 2021: fresca e piovosa. Sui bianchi dai migliori climat della Côte d’Or porta una tensione vibrante, ad ‘alto voltaggio’ e un’agilità perfettamente complementata dal persistente finale salato. Da intenditori.