Accattivante il titolo: Degustazione “democratica”. Partecipandovi, si ha la conferma che “democratica” è l’aggettivo giusto per queste degustazioni ideate da Vinicio Biancuzzi, una vita dedicata alla ricerca di chicche enologiche da proporre in quei locali milanesi che hanno voglia di dedicare l’attenzione che meritano anche ai vignaiuoli poco noti che, però, producono qualità. Così, con il progetto Degustazione “democratica”, Biancuzzi porta alla ribalta sia produttori poco conosciuti, sia nuove leve appassionate di vino che vogliono fare sempre qualcosa di diverso, di più innovativo, con un linguaggio e una passione che coinvolge i partecipanti alla degustazione, “democratica” perché entri nel locale (in questo caso Pasticceria Selene, in viale Montenero 16/A, a Milano), “investi” 6 euro e incontri una giovanissima e simpaticissima pastry chef, Selene Modesti che ti offre deliziosi stuzzichini salati e dolci (da non perdere, in particolare, i grissini di sfoglia) e un giovane sommelier, Mario Ippoliti, che gestisce la carta dei vini del ristorante stellato di un mito della ristorazione milanese, Claudio Sadler.
L’ultima degustazione “democratica” proposta da Biancuzzi (sempre in disparte perché i protagonisti devono essere i vini e la competenza e la passione che ci mette Ippoliti nel descriverli), ha permesso un’immersione in un luogo davvero paradisiaco, un piccolo casolare in pietra sulla cima di una collina, praticamente uno scrigno a cielo aperto dall’atmosfera medievale, con cantina scavata nella roccia, circondato da boschi di robinie, querce, ciliegi selvatici, 400 vecchi ulivi uno addirittura millenario, e 200 alberi da frutta di antiche varietà. Tant’è che l’azienda si chiama Lis Fadis (Le Fate) che Nicola Cescutti adesso ha unito con la storica Colli di Poianis che si trova a Prepotto, nella culla dello Schioppettino. Un rosso davvero affascinante che Ippoliti (non è friulano, ma abruzzese) ha descritto con una tale densità da emozionare i partecipanti alla degustazione ancora prima di scoprire un vino dalla sbalordiva forza tannica e accentuata acidità da rasentare la perfezione. Ippoliti aveva premesso: “Non possiamo aspettarci un vino muscolare, potente, ma, come avrete modo di constare, prevale l’eleganza, la tipicità e la freschezza”. Hanno completato il quadro gli stuzzichini di Selene come le tartelletta al grano con mousse di ricotta e limone, bicchierini di humus al basilico con focaccia e i grissini di sfoglia che sono un must.
A raccontare l’azienda è stato Matteo Lovo, enologo di Lis Fadis e di Colli di Poianis recentemente acquistata da Cescutti, imprenditore impegnato nel settore meccanico che ci tiene a sottolineare la sua volontà di portare avanti la grande eredità di due storici brand a cui fanno capo una superficie di 24 ettari di vigne tutte in collina. Cescutti come marchio ha scelto Lis Fadis ma i vini li ha divisi in due linee produttive, premium e tradition, confermando la vecchia etichette dello Schioppettino che nel 2020 fu premiata da Decanter. Ogni linea propone otto etichette. La premium i bianchi pensati per restare a lungo in bottiglia come Sbilf (Friulano), Braulin (Sauvignon), Guriut (Chardonnay), Mazzarot (Malvasia) e rossi Bèrgul, Gian (Merlot), Pavar (Refosco dal Peduncolo Rosso); la tradition, invece, per i bianchi di grande carattere ed espressione massima del territorio come Friulano, Ribolla Gialla, Sauvignon, Pinot Grigio e i rossi intensi e dalla morbidezza ed intensità inaspettate come Pinot Nero, Merlot, Refosco dal Peduncolo Rosso, Schioppettino di Prepotto. Per un totale di 50mila bottiglie. Per la degustazione milanese Ippoliti, che ha provveduto a guidarla, ha proposto solo tre vini, sufficienti per dare un’idea di cosa produce Lis Fadis e le potenzialità di una terra unica che riserva sempre delle piacevolissime sorprese.