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Il caso

Consorzio del Parmigiano Reggiano nella bufera. Sospeso il direttore Riccardo Deserti

20 Febbraio 2014
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Il presidente Alai annuncia azioni legali contro chi discredita il consorzio

Alla fine il Comitato Esecutivo del Consorzio del Parmigiano Reggiano ha ceduto alle pressioni e ha sospeso Riccardo Deserti (nella foto) dalle sue funzioni di direttore dell’Ente di tutela, con una decisione unanime arrivata dopo l’ordinanza di custodia agli arresti domiciliari a carico del dirigente.

Ma l’ organo di governo del Consorzio non ci sta a vedere puntato il dito contro il proprio operato e rispedisce al mittente tutte le accuse mosse in questi giorni agli amministratori da quella che definisce “una campagna irresponsabile e lesiva della reputazione del Parmigiano Reggiano”. Anzi rilancia, dando il via libera alle azioni legali nei confronti di quanti, in questi giorni “sono stati protagonisti o complici – secondo i dirigenti dell’Ente di tutela – di azioni di discredito fondate su informazioni false e lesive del buon nome del Consorzio stesso e di suoi amministratori”.

La vicenda è quella che ha portato alla ribalta della cronaca il direttore generale del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti, per una vicenda di documenti scomparsi dal ministero delle Politiche Agricole e rimasto in carica al Consorzio nonostante le accuse e le proteste dei produttori. “Pur in presenza di presunti reati che nulla hanno a che vedere con il Consorzio e le funzioni svolte da Deserti – sottolinea il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai – il Comitato Esecutivo ha proceduto alla sua sospensione a fronte della necessità di un presidio dei suoi compiti all’interno dell’Ente e dopo alcuni giorni di attesa nei quali non sono però pervenuti elementi chiarificatori della sua posizione. Riteniamo che questa scelta, non più rinviabile, consenta anche al diretto interessato di esercitare al meglio il proprio diritto alla difesa”.

Molto determinata, poi, la posizione del Consorzio rispetto a quanto in questi giorni è rimbalzato sui media italiani a seguito di dichiarazioni che il Direttivo ha definito lesive degli interessi degli stessi produttori. “Saranno i nostri legali – sottolinea Alai – ad occuparsi di vicende, dichiarazioni e valutazioni che si fondano sull’ambiguità quando non sull’esplicita falsità, gettando artatamente ombre sul Consorzio e su quegli amministratori che si muovono nell’esclusivo interesse dei consorziati e dei produttori di latte e non secondo logiche di appartenenza politica o associativa. Il ricorso alle vie legali – aggiunge il presidente del Consorzio – resta l’unica soluzione a fronte di reiterati attacchi che vanno contro i dati di fatto”.