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Il caso

Il no all’Europa dell’assessore siciliano all’Agricoltura

08 Aprile 2013
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“Diciamo sì all'Europa ma diciamo no alle sue regole, talvolta inapplicabili e dannose per l'agricoltura”.

Non è la prima volta che il nuovo assessore siciliano all'Agricoltura Dario Cartabellotta (nella foto) denuncia la miopia e qualche volta lo strabismo delle politiche di Bruxelles. Ma questa volta il richiamo è forte da apparire quasi un grido d'allarme e lo fa in un contesto tra i più importanti del sistema agroalimentare, al Vinitaly di Verona, durante la presentazione di Born in Sicily, lo slogan attraverso cui la Sicilia si è presentata alla rassegna veronese. Cartabellotta ce l'ha soprattutto con certe regole.

“Come si fa a considerare i residui delle potature dei vigneti come un rifiuto speciale? Ma stiamo scherzando? Cosa dovrebbe fare un viticoltore di Pantelleria: spedire i tralci rimossi sul primo traghetto per Trapani? No, non è possibile, l'Europa deve rivedere certe sue regole, non possiamo accettare che si multino i viticoltori perchè eliminano i residui della potatura così come si fa da secoli: bruciandoli”.

Non c'è solo quest'esempio. L'assessore cita anche la storia di “chi vorrebbe costringere gli agricoltori a partecipare a corsi speciali per imparare a condurre i trattori. Anzichè snellire la loro vita la complichiamo ulteriormente”. Ed allora il prossimo passo sarà quello, annuncia Cartabellotta, di dire a chiare lettere che “la Sicilia non ci sta a queste regole. E lo diremo con forza al nuovo governo nazionale, al nuovo ministro dell'Agricoltura non appena si insedierà. Sì all'Europa, no a un'Europa che ci complica la vita senza una ragione”.

C.d.G.