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Il caso

Consorzio Mozzarella di Bufala Campana Dop in allarme, una norma rischia di mettere in ginocchio il comparto

25 Marzo 2013
mozzarellacampana mozzarellacampana

E' stata convocata una riunione urgente, domani gli allevatori e i produttori aderenti al Consorzio Mozzarella di Bufala Campana Dop discuteranno, insieme ai vertici, sul da farsi.

C'è agitazione tra coloro che producono il fiore all'occhiello del Made in Italy. Ad avere fatto scattare l'allarme una norma di attuazione pubblicata qualche giorno fa sulla Gazzetta Ufficiale.

In poche parole costringerebbe i produttori a mettere in piedi nuovi stabilimenti creati appositamente per fare mozzarella di bufala Dop, diversi da quelli dove attualmente producono la mozzarella e anche la ricotta e altri formaggi per smaltire il latte eccedente la produzione. Infatti come obbliga il disciplinare: la mozzarella Dop può essere solo fatta con il latte della mungitura mattutina e serale entro sessanta ore dalla stessa mungitura, il latte fresco e di qualita' che avanza – sia quello prodotto in eccesso sia quello che non si riesce a lavorare entro le 60 ore previste dal disciplinare – viene utilizzato per i formaggi. 

L'operazione è esosa e costerebbe ai piccoli produttori investimenti di milioni di euro, in un periodo dove poi mancano le risorse finanziarie. L'urgenza dell'incontro non solo è stata dettata da quanto prescrive la norma ma anche dai tempi, strettissimi, entro cui si dovrebbe attuare ciò che richiede: non oltre il primo di luglio. Non lascia poi molte alternative questa norma. Solo due vie, o la distruzione del latte o, la produzione di mozzarella non Dop se si vuole continuare ad utilizzare lo stesso stabilimento dove si producono anche ricotta e formaggi. 

Come ha dichiarato in una nota Antonio Lucisano, il direttore dl Consorzio, “la norma è incomprensibile e mette a rischio l'intero comparto”. Ma i produttori della mozzarella Dop contestano anche il disciplinare, a loro dire troppo rigido. ''Il nostro compito è quello della vigilanza – aggiunge Lucisano –  e anche quello di fare proposte. Finora le nostre richieste sono rimaste inascoltate”. Il comparto dà lavoro a 15mila addetti e ha un fatturato annuo di 500 milioni di euro.