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Il personaggio

Floriana Di Leonardo: “Io, piccola artigiana dell’olio nelle difficili colline trapanesi”

19 Gennaio 2018
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(Floriana Di Leonardo)

di Francesca Landolina

Grandi occhi marroni, corporatura esile, ma carattere determinato. Floriana Di Leonardo è donna, agronomo e giovane produttrice di olio. La sua azienda, a Santa Ninfa in provincia di Trapani, inizia il suo cammino con lei, anche se “in famiglia, l’olio ci scorre nel sangue”, racconta parlando di sé durante l’intervista. 

Iniziarono i nonni e gli zii a coltivare gli uliveti,  circa due ettari per produrre olio a consumo familiare e per gli amici.  Avevano messo in piedi un oleificio ma purtroppo la terrà che tremò nel ’68 durante il catastrofico terremoto del Belice non lasciò chance. Negli anni seguirono le attività di mantenimento della campagna, in quell’area su un territorio che vanta secoli di storia, a pochi chilometri dalla città di Selinunte, ex colonia greca, dove la coltivazione dell’ulivo e la produzione dell’olio erano la principale risorsa economica. Oggi la storia ricomincia, e lo fa grazie a lei, la piccola artigiana dell’olio, appassionata di quello che non considera solo un prezioso prodotto della terra, ma un simbolo che racchiude in sé valori, civiltà, tradizione e paesaggio. Ama in modo sconsiderata la sua cultivar preferita, la Nocellara del Belice, che produce e da pochi anni commercializza. Il suo sogno inizia a comporsi, come un puzzle, ma c’è tanto da fare ancora e confessa di desiderare di potersi dedicare alla sua azienda a tempo pieno. Al momento muove i primi passi, ma dai tempi dei nonni le cose sono cambiate. Oggi possiede 5 ettari di uliveti, un migliaio di piante, dopo gli acquisti di terre limitrofe fatti nel ’96. Si dedica alla coltivazione e alla produzione, mentre la molitura la affida ad un oleificio di Castelvetrano e a terzi la fase di imbottigliamento. 

Anche se la sua azienda non è così strutturata per completare internamente il processo aziendale fino all’imbottigliamento, lei non se ne preoccupa. Oggi ha chiesto la certificazione per il marchio Igt Sicilia ed è fiera della sua certificazione biologica e del suo olio. Accanto a circa 700 ulivi di Nocellara, possiede 250 piante di Biancolilla, altra cultivar siciliana, ma non cela minimamente la sua preferenza per la prima delle due, che sceglie di commercializzare. Dalla sua ‘beniamina’ nasce infatti l’etichetta, Nocellara del Belice, mono varietale. Noi abbiamo assaggiato l'olio prodotto nel 2017 che è di un bel colore verde brillante, ha profumi vegetali molto suadenti e al sapore risulta pastoso e piacevolmente pungente. Mediamente la produzione è di circa 20 quintali di olio. Le rese sono basse e le olive raccolte ben presto, proprio per privilegiare la qualità. Questa annata però è stata particolarmente fortunata. “Ottima sia per qualità sia per quantità. Abbiamo raggiunto i 25 quintali”, afferma. Le confezioni commercializzate, circa l’80 per certo della produzione, le vende personalmente in lattine da tre litri e in bottiglie da mezzo litro. “Faccio tutto da sola, anche andare personalmente dai clienti per vendere l’olio”. Oggi il suo mercato è la Sicilia e il Nord d’Italia. Dall’estero sono arrivate richieste tramite contatti di amicizia, ma i clienti acquisiti, in Francia e in Germania, già non possono fare a meno del suo olio. 

Resta tanto da fare, e quell’essere piccola artigiana da una parte la inorgoglisce, dall’altra le fa pensare che bisogna unirsi per accedere al mercato estero. “L’olio è cultura, un’eccellenza della nostra terra che ha sofferto un po’. Occorre aggregarsi. Pensiamo che la maggior parte dell’olio siciliano è coltivato e prodotto dai piccoli che non hanno spalle larghe. Ed è per questo che serve fare squadra, adesso che qualcosa sta cambiando”. I cambiamenti a cui fa riferimento da produttrice, appassionata e ottima osservatrice descrivono un’ondata di valorizzazione, recente, che investe l’olio come prodotto finalmente degno di visibilità, tanto quanto il vino. E proprio cercando un confronto, le dinamiche imprenditoriali nel mondo dell’olio sono diverse rispetto a quelle del vino, ma stanno portando ad un futuro di svolta, secondo la produttrice. “Il vino siciliano deve la sua rinascita alle grandi aziende pioniere e strutturate, che hanno investito in significative azioni di marketing all’estero e in Italia; nel mondo dell’olio invece si sta creando un movimento che assume le sembianze di una diffusione a piccole particelle, ma in costante crescita. C’è qualcosa di bello, un contagio positivo. Mi è capitato di notare, negli uffici di grafica, molte nuove etichette, curate nel design, di nuovi piccoli produttori di olio. C’è più voglia di promuoverlo e più coraggio di fare azienda. L’olio va in bottiglia, sempre più spesso – dice – A parte pochi grandi nomi, che valorizzano il prodotto, i piccoli artigiani possono fare tanto, ma devono unirsi e per questo servono strumenti, come i finanziamenti del Psr Sicilia. I segnali del cambiamento però ci sono, sono positivi, e vanno colti. C’è più consapevolezza”. Schietta e determinata si mostra appassionata. E il suo futuro? Come lo immagina? “In realtà mi piacerebbe aumentare un po’ la produzione, ma voglio restare una piccola artigiana dell’olio”.

Olio Di Leonardo
contrada Piana – Santa Ninfa (Tp)
392 9549604
www.oliodileonardo.it