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Il personaggio

Giacomo Tachis compie 80 anni. E noi vi raccontiamo perché è il più grande di tutti

06 Novembre 2013
Giacomo_Tachis_nella_sua_bottiglieria Giacomo_Tachis_nella_sua_bottiglieria

Buon compleanno Maestro.

Lunedí Giacomo Tachis ha compiuto 80 anni e noi gli facciamo gli auguri non solo perché gli vogliamo bene ma anche perché da cronisti non possiamo ignorare un personaggio così determinante che ha cambiato la prospettiva a tutto il mondo del vino italiano. Speriamo che qualche amico produttore se ne sia ricordato. O magari anche la rete dove fioccano blog e giornali on line pronti a spaccare il capello in quattro su ogni cosa. Sarebbe giusto inviargli un augurio. PerchéTachis è davvero il più grande di tutti. Non ci sembra di esagerare.

Ricordiamole brevemente alcune cose. La sinergia tra lui e Mario Incisa della Rocchetta ha contribuito a far nascere un vino che di nome fa Sassicaia, ovvero un ambasciatore del bere italiano nel mondo e credo non servano altre spiegazioni; il suo lavoro di rara lungimiranza dentro Antinori ha fatto comprendere quale sarebbe stata la strada giusta per il futuro; straordinario il suo lavoro di consulente in parecchie cantine dopo aver lasciato l'azienda toscana, nomi che messi insieme fanno il gotha del vino italiano; alcune sue battute sono memorabili come quella su Angelo Gaja, complice forse le comuni origini piemontesi (“Gaja è Mozart, gli altri sono Salieri…”); in Sicilia è stato il padre del rinascimento enologico: chiamato da Diego Planeta durante la sua presidenza all'Istituto regionale della vite e del vino ha fatto scoprire agli stessi siciliani che l'oro non andava cercato perché lo avevano già tra le mani; la sua visione della vita e del mondo coincidono con quello della cultura, della curiosità, dell'apprendimento mai fine a se stesso ma solo depositario di una ulteriore insaziabile voglia di conoscenza. L'amore per i libri e la cultura classica di cui si è definitivamente “ubriacato” è molto altro per uno che ama definirsi solo un “mescolatore di vini”.

Ha tenuto conferenze dove la parola vino non veniva pronunciata. Non era necessario perché attorno al vino gira tutto dall'economia alla storia, dall'occupazione alla tutela del territorio. Oggi sono parole quasi abusate ma venti o trent'anni fa non erano affatto scontate. Questo articolo è il nostro augurio. Grazie Maestro.

F.C.