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Il personaggio

Il cavolo trunzu, presidio Slow Food: “Ma i contadini non ne hanno compreso le potenzialità”

17 Aprile 2016
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(Enzo Pennisi – ph Gdr)

Il cavolo trunzu è un cavolo rapa, tipico del catanese, in particolare negli orti di Acireale e delle località vicine.

È di piccole dimensioni, ma è riconoscibile in particolare perché la parte edule, presenta striature violacee, comune a molte a molti ortaggi coltivati nei terreni lavici dell’Etna.
Già dalla prima metà del ‘900 il cavolo trunzu, il cui nome riprende un epiteto con il quale i catanesi prendono in giro gli abitanti di Aci, era protagonista sui mercati ortofrutticoli della vicina città capoluogo. Grazie ai terreni di particolare qualità e dell’ambiente in cui viene coltivato contiene molti minerali e vitamine oltre ad una azione detossificante importante per prevenire l’insorgere di forme tumorali. 

Al momento il presidio, rappresentato da Enzo Pennisi, coinvolge solo due produttori il cui obiettivo è coinvolgere altri coltivatori dell'area storica disponibili a seguire regole di coltivazione improntate alla sostenibilità e salubrità. “L’obiettivo è costituire un’associazione – ci spiega il presidente e presentarsi sul mercato con prezzo migliore rispetto a quello odierno che non rende giustizia alla bontà di questo ortaggio. Ma trovo tantissime difficoltà a coinvolgere i giovani produttori. Speriamo che qualcosa cambi nell’immediato futuro”.
Il cavolo trunzo si può produrre solo sei mesi l’anno, da aprile a giugno e da ottobre a dicembre, a meno di gelate intense.  

Manuela Zanni