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Scenari

Boscaini: “No alla distillazione di crisi. Un attentato al valore del nostro vino”

28 Aprile 2021

di Emanuele Scarci

“La distillazione non è una misura prioritaria. Sgombriamo il campo da ogni equivoco: se servisse per alcune situazioni specifiche a livello di Do e di Ig, incontrerebbe anche il nostro sostegno. Ma non può essere una richiesta generalizzata per le Do e le Igt a livello nazionale, altrimenti ancora una volta attenteremmo al valore delle nostre produzioni”.

Cosi a un mese dalla fine del suo secondo mandato il pensiero del presidente di Federvini Sandro Boscaini. A maggio gli succederà Micaela Pallini, presidente del gruppo spiriti.
La linea Boscaini è quella espressa da Federvini al tavolo di filiera, convocato ieri al ministero delle Politiche agricole, presente il sottosegretario Gian Marco Centinaio. Il no alla distillazione di crisi, proposta dalle cooperative, sarebbe condiviso anche dall’altra associazione imprenditoriale, Unione italiana vini. Ma avrebbe trovato comprensione da parte di Assoenologi che, però, in un comunicato si guarda bene dall’affrontare il tema.

La linea dei cooperatori
Ieri Luca Rigotti, coordinatore vino di Alleanza cooperative agroalimentari, ha proposto la distillazione di crisi (ne parlavamo in questo articolo>), ma coinvolgendo solo i vini Dop e Igp con prezzi congrui, oltre alla riattivazione dello stoccaggio dei vini di qualità, con una dotazione finanziaria più adeguata rispetto al 2020. Rigotti ha però aggiunto che servono aiuti e sostegni su promozione, semplificazione e ripartenza dell’Horeca. Nel 2020 le cooperative erano riuscite a strappare la distillazione di crisi (35 centesimi a litro) all’ex ministro Bellanova, ma il provvedimento si dimostrò un flop. Tant’è che rimasero inutilizzati 60 milioni, poi destinati alla decontribuzione (50 milioni) e alla distillazione dei vini di pregio (10 milioni). Quali i numeri che imporrebbero il ricorso alla distillazione? In realtà, non ci sarebbero le condizioni per una distillazione dei vini Dop. Le giacenze al 31 marzo, segnalate dal ministero delle Politiche agricole, non sembrano molto più elevate di un anno fa, specie per i vini di pregio: i Dop segnano +1,8%, gli Igp +6,3% e i Varietali/comuni +4,4%. Nel complesso le giacenze sono superiori allo stesso mese dell’anno scorso del +3,6%. Tenendo conto però che l’ultima vendemmia era cresciuta del 3,2%, il dato finale non è particolarmente significativo. Sta di fatto che la proposta della distillazione riaccende lo scontro a distanza tra Uiv e Federvini, da una parte, e cooperative dall’altra. Anche se Uiv non ha ancora espresso una decisione pubblica.

Alleato Horeca
Secondo Boscaini, il settore del vino ha bisogno di vedere ripartire in sicurezza il canale Horeca e in generale il settore dell’ospitalità. “Sono i nostri primi alleati – sostiene -. Occorrono energiche iniezioni di liquidità e l’alleggerimento delle situazioni critiche, in particolare sul fronte dei crediti”. Sul versante internazionale, il presidente di Federvini segnala il rush finale a un calendario che vede nello stesso tempo un’intensa discussione a Bruxelles per l’adozione della nuova Pac e della nuova Ocm vino, a cui si aggiunge il complicato dossier su alcol e salute aperto con la presentazione del Piano Europeo della lotta al cancro e dalla cornice Farm to Fork. E’ necessaria una linea unica del Governo a tutela delle produzioni agroalimentari e del vino”. Sul fronte dell’export, infine, Boscaini si sofferma sul mercato americano. “Pur non essendo il vino stato toccato dai dazi – sottolinea – è chiaro che il mercato americano risente di queste tensioni ed ogni episodio del cosiddetto “carosello” interviene sui livelli di invii, situazione aggravata dall’aumento vertiginoso dei costi dei noli e dalla carenza di container. Altre complicazioni le registriamo in Russia con l’entrata in vigore della nuova legge quadro sul vino e sui prodotti a base vino. Altri cambiamenti e nuovi obblighi di registrazione degli operatori sono stati adottati in Cina”.