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Scenari

L’accoglienza “Best in Sicily” apre le sue porte: il nuovo inizio di Donna Carmela, Shalai e Zash

29 Giugno 2020
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di Stefania Petrotta

Ripartiti i voli per la Sicilia, ci si aspetta che il flusso turistico aumenti. Molti i siciliani che vivono fuori dall’isola, ma tanti anche i turisti, italiani e stranieri, che quest’anno hanno in programma di trascorrere le vacanze in Sicilia.

Vuoi perché le coste e il mare sono da sempre una meta ambita, vuoi perché, fortunatamente, l’isola è stata risparmiata dall’ondata di contagi degli scorsi mesi. Quella di quest’anno potrebbe essere una grande occasione per questa terra. Certo, vanno garantite le norme di sicurezza e, in alcuni casi, implementati i servizi, ma è indubbio che la chance va giocata adesso. Ma la Sicilia non è solo mare. Arte, architettura, storia, bellezze naturalistiche, buona cucina e un senso di ospitalità insito nella propria popolazione. Diamo uno sguardo al settore dell’accoglienza, dunque, partendo dall’Etna, il vulcano per eccellenza che dall’alta quota degrada fino al mare, luogo dove più volte è arrivato il premio Best in Sicily per l’ospitalità firmato Cronache di Gusto.


(Donna Carmela)

Iniziamo, in ordine rigorosamente alfabetico, da Donna Carmela Resort & Lodges, immerso nel verde dei vivai di Carruba di Riposto, a una trentina di minuti da Catania. “Aprire – dice Mario Faro, insieme al fratello Michele, proprietario della struttura – è stata un scelta d’amore nei confronti della nostra creatura, del nostro staff, della nostra famiglia con mia madre in primis, ma anche del nostro territorio. Abbiamo aperto il 26 giugno dopo quattro mesi di chiusura ed è stata un’emozione davvero forte. Non nascondo che molti di noi avevano gli occhi lucidi. Dal punto di vista imprenditoriale è stata infatti una grande scommessa, tutti i numeri ci danno contro, perfino l’economato consigliava di prorogare l’apertura, ma sentivamo in obbligo di farlo per dare un segnale di ottimismo e supportare il territorio tutto. E i nostri clienti abituali, quelli locali, ci hanno premiato venendoci subito a trovare. Certo, abbiamo dovuto ridurre di otto camere l’offerta e una piccola parte dello staff è ancora a casa in cassa integrazione ma contiamo di richiamarli presto, magari già da fine luglio. Al momento si lavora più nel weekend, il primo abbiamo addirittura fatto il tutto esaurito, e abbiamo messo in conto che in questo primo periodo non avremo neanche grosse entrate, ma dobbiamo tenere duro e cominciare a pensare all’autunno e alla primavera prossima”. Novità nell’organico: la cucina, che è già in funzione con Sintesi ma che riprenderà il 25 luglio con La cucina di Donna Carmela, è ormai sotto la direzione esclusiva di Piergiorgio Alecci, mentre a ricoprire il ruolo di general manager è arrivato Mario Ballarino, professionista assai noto nell’ambiente degli hotel 5 stelle lusso di tutto il mondo. “Tanto ci crediamo – continua Faro – che stiamo già programmando grandi investimenti per il 2021 con la realizzazione della spa e della nuova piscina, dei campi da paddel e da tennis. Forse non siamo dei grandi imprenditori perché tutti gli utili che facciamo li reinvestiamo, ma siamo felici: per noi Donna Carmela è la figlia piccola e per questo ci teniamo ancora di più”.


(Shalai)

Lasciamo le pendici per risalire la “Muntagna” fino a Linguaglossa dove incontriamo Luciano Pennisi, titolare dello Shalai Resort che ha riaperto il 12 giugno scorso. “Abbiamo aperto immediatamente non appena è stato consentito e sono state date linee guida chiare, perché non è stato facile per noi restare chiusi tutto il periodoi della quarantena perché lo Shalai non è una struttura stagionale e quindi, a parte un periodo di ferie, siamo abituati a restare aperti tutto l’anno. Oggi riapriamo fortunatamente con lo stesso organico di sempre e lo stesso numero di stanze, ma soprattutto con tanta voglia di fare e con una prospettiva fiduciosa sul futuro. Certo anche con la consapevolezza che purtroppo il lavoro è minore rispetto allo stesso periodo degli anni passati, ma siamo presenti per dare un messaggio chiaro al turista: l’Etna c’è, noi ci siamo, tutti i giorni come sempre, anche se, com’era prevedibile, al momento i numeri li facciamo più nel fine settimana che nei giorni feriali. Chiaramente – continua Pennisi – abbiamo dovuto rivedere il nostro modo di lavorare per andare incontro al turista di prossimità, che è il turista a cui ci dobbiamo rivolgere in questo momento, molto diverso da quello che arriva da fuori e quindi con esigenze differenti. Purtroppo, infatti, il numero di voli aerei per la Sicilia è stato notevolmente ridotto, mente i prezzi hanno raggiunto cifre esorbitanti. I turisti quindi arrivano col contagocce e non certo, si badi bene, perché non vogliono venire, ma perché non sono messi nelle condizioni di farlo. Su questo punto mi piacerebbe che gli organi competenti facessero una riflessione. Invece il mese di settembre lo vedo già in una prospettiva migliore, motivo per il quale stiamo gettando le basi per la stagione autunnale che prevediamo, certo non normale, ma quanto meno buona. La vera “normalità”, purtroppo, temo che si ristabilirà solo quando si troverà la cura giusta per il virus. Solo a quel punto la fobia passerà davvero”.


(Zash)

E scendiamo nuovamente a Riposto, ma in località Archi stavolta, dove sorge Zash, country boutique hotel sito nella magione della famiglia Maugeri e dove troviamo un Renato Maugeri positivo, ma anche critico. “Noi abbiamo riaperto il 12 giugno col fine dichiarato di dare un messaggio di positività e di ripresa per tutto il territorio. Solo infatti riprendendo tutte le attività possiamo fare ripartire l’economia locale. Dopo la prima settimana in cui abbiamo quasi registrato il tutto esaurito, sia in albergo che al ristorante, e dopo un primo periodo in cui si lavorava in sofferenza di settimana per poi recuperare nel fine settimana, da questo lunedì abbiamo avuto discrete presenze. Ovviamente i clienti sono siciliani e certamente il ritmo è ridotto rispetto allo stesso periodo che, generalmente, è il periodo clou dell’anno, ma notiamo che le acque si stanno muovendo e per agosto prevediamo addirittura di essere pieni. Abbiamo infatti notato che alcuni stranieri che non hanno disdetto alla fine sono venuti, e quindi siamo fiduciosi che possano arrivare anche gli altri. Per natura siamo ottimisti, ci piace pensare che chiuderemo nuovamente a gennaio per le ferie, come ogni anno, e non che ci sia la possibilità di una seconda ondata di contagi. D’altronde, se ci basiamo sull’esperienza delle altre pandemie, non c’è motivo di preoccuparsi per una ricaduta. Se dovesse succedere il peggio, amen, ma se così non dovesse essere, lavoriamo. Ritengo che da parte del Governo e degli enti preposti c’è una precauzione per cose futuribili, che alla fine sono ipotesi, mentre dovremmo impegnarci a fare ripartire tutti insieme l’economia. In questo penso che anche stampa e televisione non stiano aiutando, contribuendo a creare non dico panico, ma quanto meno diffidenza. Ragioniamo dunque sul presente – invita Maugeri – e soprattutto sul futuro economico del settore turistico. Ciò non significa che ci debba essere un lassismo nel rispetto delle norme di sicurezza, che siamo i primi a muovere, ma di certo dobbiamo pensare a quanto siamo stati fortunati ad avere avuto talmente pochi casi di contagio in Sicilia da non fare praticamente statistica. Impegniamoci dunque a promuovere le nostre bellezze, l’arte, l’architettura, la storia, che sono uniche al mondo. E in questo siete voi, stampa, che ci dovete dare una mano. Per il resto, chi vivrà vedrà”.