Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

Cantine siciliane, bilanci ai raggi X. Accantonare gli utili è ormai una tendenza. Donnafugata e Cusumano superstar (aggiornato)

18 Novembre 2023
Utili/perdite del bilancio 2022 Utili/perdite del bilancio 2022

Anche quest’anno procediamo ad effettuare l’analisi dei principali valori ed indicatori di bilancio (fatturato, utili/perdite, costo del personale, costi di produzione totali, ecc.) delle aziende vitivinicole siciliane “grandi”, quelle cioè che hanno un volume di prodotto imbottigliato/confezionato superiore al milione di pezzi (base litri 0,75). Le aziende coinvolte sono 27 (pari a quelle esaminate l’anno scorso), di cui 22 società di capitali, una società di persone, 3 società cooperative ed una società semplice e ciò determina, come vedremo, profonde differenze sulla tassazione fiscale, ordinaria o agevolata, quale ultima voce detrattiva per giungere al reddito netto d’esercizio. Abbiamo proceduto ad un attento studio di tutti i dati ufficiali, così come rilevati dall’Ufficio del registro delle Imprese, nonché forniti direttamente dalle imprese ed in particolare della documentazione che accompagna il bilancio di esercizio, anche al fine di rilevare particolari scelte e situazioni contabili che hanno caratterizzato i risultati dell’esercizio 2022.

Tra queste segnaliamo la scelta di alcune aziende (tra queste la Cusumano) di avvalersi, anche per quest’anno, degli effetti della sospensione degli ammortamenti (Decreto agosto 2020) e ciò, naturalmente ha inciso sulla dimensione quantitativa del risultato d’esercizio, che appare, per tale ragione più elevato, ove non fosse stata adottata questa scelta contabile.

Sul piano metodologico

  • I dati si riferiscono alle aziende che vendono direttamente al cliente e non già all’azienda produttrice (es. Firriato Distribuzione e non Firriato srl, Cantine Paolini srl e non Cooperativa Paolini, Sibiliana Vini e non Cantine Europa, ecc.).
  • Sono state considerate aziende che, anche con sede al di fuori della regione, con stabilimento produttivo e distributivo nella regione, per rendere ininfluente scelte logistiche, giuridiche, fiscali, ecc. adottate e/o modificabili di anno in anno (es. Solsicano, – Mezzocorona (TN), Cantine Madaudo Ivam – Roma, Barone Montalto – Priocca – CN).
  • Le aziende possono far parte di gruppi, sottoposte cioè a direzione e coordinamento da parte di una holding, quali Conte Tasca d’Almerita (T Holding), Duca di Salaparuta (Illva), Rapitalà (Gruppo Giv), Tenimenti Zabù (Gruppo Fantini), Orestiadi (Cantina Ermes), Cantine Paolini srl (Cooperativa Paolini), Solsicano (Mezzacorona), Barone Montalto (Argea spa), Cantine IVAM – Cantine Madaudo srl (Mad Immobiliare), Sibiliana Vini (Cantina Cooperativa Europa) e ciò può determinare la presenza di valori patrimoniali e reddituali con operazioni con “parti correlate”, effettuabili a condizioni ordinarie o non ordinarie di mercato.

Le aziende ai raggi X

In primo luogo, segnaliamo che il fatturato complessivo di tali aziende ammonta a 473,18 milioni di euro, con un incremento rispetto ai valori dell’esercizio precedente del 13% circa, a conferma della ripresa dell’attività dopo la pandemia. Tutte le aziende presentano una redditività positiva, con la sola eccezione della Duca di Salaparuta (Dds d’ora in poi) che, com’è noto, segue logiche di consolidato fiscale e, pertanto, l’individuazione del reddito netto d’esercizio risponde a logiche di gruppo e dell’azienda Carlo Pellegrino, che ha contabilizzato costi straordinari relativi alla cessazione del rapporto di lavoro di un dirigente ed oneri di investimento significativi per la sede della propria cantina di contrada Cardilla. Il valore complessivo del reddito netto positivo è pari a € 12.160.706, isolando i dati delle predette due aziende che hanno chiuso con una perdita, e ciò grazie alla costanza dei brillanti risultati conseguiti, da alcuni anni, da primarie aziende, quali Donnafugata, Cusumano, Barone Montalto. segno questo di una rilevante vitalità ed efficienza del settore. Ritornando ad analizzare più in dettaglio i fatturati, si notano degli incrementi molto significativi (analizziamo qui quelle con valori superiori al 20%), in tre aziende e cioè Intorcia (+363,82% ma questo dato di quest’anno non è comparabile con quello del 2021, perchè quest’ultimo era stato indicato in maniera errata dalla Cerved nelle proprie banche dati), Orestiadi (+123,13% ), Ermes Coop. (+ 23,08%). Seguono dieci aziende con incremento del fatturato compreso tra il 10% e il 20%.

In controtendenza, cioè con diminuzione di fatturato, si rilevano solo quattro aziende, alcune con riduzioni più significative quali Baglio Gibellina (- 45,82%), Barone Montalto ( – 12,85%), minore invece la decrescita per Tenute Rapitalà (- 5,01%), Tenimenti Zabù (-2,09%). L’azienda leader per fatturato è la Cooperativa Ermes (€ 118.886.082), seguono, mantenendosi invariate le posizioni di testa rispetto all’anno scorso, Cantine Settesoli (€ 48.921.585), Duca di Salaparuta (€ 40.215.585), Donnafugata (€ 34.960.119), Cooperativa Colomba Bianca (€ 34.646.536) e Barone Montalto (€ 21.792.033). Ben 5 aziende superano i 30 milioni di fatturato, altre 8 sono ricomprese tra i 10 e i 30 milioni, 5 tra i 5 e i 10 milioni, tutte le altre 9 hanno valori inferiori ai cinque milioni di euro.

La redditività netta e gli utili

Procedendo nell’analisi della redditività netta, solo 3 aziende – come l’anno scorso – superano il milione di euro, (Donnafugata, Cusumano e Barone Montalto), tre si attestano tra 500.000 euro e il milione di euro (Conte Tasca d’Almerita, Firriato Distribuzione e Ivam Cantine Madaudo srl), tutte le altre 16 di cui si hanno a disposizione i dati, hanno valori inferiori, uniche due aziende con perdita significativa sono, come già detto, la Dds (-€ 1.725.647 e la Carlo Pellegrino con -€ 575.963). Tutte le aziende hanno proceduto ad accantonare a riserva gli utili conseguiti, proprio in considerazione del difficile momento economico che stanno attraversando e delle notevoli incertezze presenti nei mercati. Segnaliamo, come ogni anno, le scelte di tecnica di contabile di chiudere l’esercizio con reddito pari a zero, da parte della Cantina Settesoli e di altre società cooperative, con valori prossimi allo zero, avendo questi istituti aziendali scopi di mutualità prevalente e non potendo, per legge, distribuire utili.

Da alcuni anni a questa parte abbiamo proceduto, altresì, a rilevare il costo delle risorse umane presenti in azienda, – quale elemento centrale del valore aggiunto distribuibile – rapportandolo sia al totale dei costi di produzione, sia al fatturato aziendale – pur con tutte le necessarie cautele nell’ambito di un settore che si avvale di rilevante manodopera stagionale e di un significativo numero di soggetti apicali, soci, familiari, ecc., che prestano la loro opera in azienda, con differente modalità ed intensità tra le varie aziende analizzate. Per quel che riguarda il primo indicatore (costo personale/costi totale di produzione), aziende con mera funzione distributiva, non produttiva, perché ricadente in altra entità giuridica, in presenza di altre aziende di gruppo o aventi medesima compagine societaria (es. Orestiadi 0,48%, Paolini cantine srl 1,01%, Normanno srl 2,03%, Tenimenti Zabù 2,77%, Barone Montalto 2,81%, Firriato Distribuzione 4,19%, Ivam srl – Cantine Madaudo srl 3,99%, Sibiliana Vini 4,06%, Ermes cantine 3,62%, MC Vini srl 5,13%) che si occupano della produzione, presentano valori sensibilmente inferiori del costo del personale, quando non addirittura pari a zero (Baglio Gibellina) rispetto ad aziende integrate nella filiera (Conte Tasca d’Almerita 29,84%, Solsicano 29,87%, Tenute Rapitalà 22,23%, Carlo Pellegrino 20,58%, Donnafugata 19,49%, Curatolo Arini 18,29%), con un dato medio pari all’8,95% Il dato medio di tale indicatore, depurato dai valori anomali che si possono ricondurre alle imprese commerciali, ovvero meramente distributrici, o ancora con totale assenza di costo del lavoro, nell’ambito delle aziende esaminate, è pari al 18,47%.

Da ultimo abbiamo analizzato l’altro indicatore e cioè l’incidenza percentuale del costo del lavoro sul fatturato e si rileva al primo posto la Conte Tasca d’Almerita (33,06%), segue Solsicano (32,87%) quindi Tenute Rapitalà (25,94%), le aziende Curatolo Arini 1875 (19,06%), Carlo Pellegrino (23,59%), Principe di Corleone (19,86%) e Donnafugata (19,84%). Prima di formulare qualche conclusione dell’indagine, presentiamo alcune Tabelle che raggruppano, per tipologia di azienda (società cooperative, soc. capitale e semplici, soc. distribuzione/commerciali) i dati di cui sopra, al fine di meglio far rilevare i valori confrontabili, in maniera più omogenea. Da tali tabelle si ricavano dati estremamente interessanti, tra i quali, ad esempio che il valore del fatturato globale delle 3 cooperative “grandi”, raggiunge il valore percentuale del 42,79% del totale complessivo del fatturato delle aziende grandi, all’interno delle quali, le prime dieci società, hanno un valore pari al 41,28% del totale.

Quali le principali conclusioni cui possiamo pervenire dai valori dell’anno 2022? Certamente un settore fortemente positivo, in crescita, che è venuto fuori dalle avversità della pandemia con ciò che ha comportato; un settore che produce utili e che distribuisce rilevante valore aggiunto, in particolare per ciò che concerne le risorse umane, con un valore complessivo distribuito pari a circa 44,4 milioni/€.

Sebastiano Torcivia è docente Università di Palermo – Dipartimento Seas e coordinatore Master MASV – Manager delle aziende del settore vitivinicolo