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Il personaggio

Giorgio Gardini, l’ultimo aromatiere: “E’ vero, ci vuole naso. Ma non solo…”

02 Agosto 2022
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di Clara Minissale

Classe 1942, origini marchigiane, professione: aromatiere. Giorgio Gardini, è uno dei pochissimi esperti in Italia in grado di creare o ricostruire estratti aromatici per l’industria delle bevande, soprattutto per quella degli alcolici.

Ad ottant’anni suonati, è ancora lui il solido punto di riferimento di quanti vogliono creare un mix aromatico da utilizzare in liquori, amari, distillati. Con 54 anni di esperienza lavorativa nel settore chimico-alimentare e una conoscenza enciclopedica sulle erbe officinali, nel corso degli anni ha imparato tutte le tecniche di estrazione aromatica e ha collaborato con i maggiori player italiani nella sistemazione di ricette e nello studio di nuove. “E pensare che il mio destino già scritto era quello di andare a lavorare nei pozzi di petrolio – racconta – Ma poi ho conosciuto mia moglie… e ho messo a frutto in Italia la formazione di chimico”. Ha iniziato a lavorare nel controllo delle materie prime per una grande azienda, per arrivare, poi, al settore erboristico e a quello degli aromi, diventando aromatiere. Un po’ come il “naso”, il parfumeur, specializzato nella creazione olfattiva nel mondo dei profumi. “La mia principale mansione è sempre stata quella di tecnico di laboratorio addetto alla ricerca e sviluppo per il comparto aromatico naturale – dice – Oggi che sono in pensione, le aziende mi chiamano per personalizzare un prodotto o per risolvere problemi come ad esempio la torbidità di una bevanda”.

(Giorgio Gardini)

Un lavoro poco conosciuto il suo, ma molto affascinante, fatto di strumenti e provette, naso e palato, prove e assaggi. E in oltre cinquant’ anni di attività, ne ha viste e annusate di “prove”, “come quelle volta in cui non si riusciva a dare la giusta forza ad un distillato di una grande azienda o quando mi hanno chiesto di fare qualcosa di simile al Fernet e al Bitter campari, i più difficili da imitare. Con la strumentazione si può ricostruire qualunque aroma, ma per una bibita, sono necessarie prove su prove e continui assaggi per trovare forza ed equilibrio”. Oggi la sua principale attività è quella di assistere vecchi e nuovi clienti e formare i nuovi aromatieri. “In Italia ormai, posso dire di essere rimasto solo io – afferma –. È un lavoro che impari sul campo, non esiste un corso di studi specifico. Certo le basi di chimica sono necessarie e aiutano. A Firenze e Siena, per esempio, si può studiare per diventare erboristi, ma è solo una parte della formazione necessaria. E oggi all’industria piccola e grande serve la figura dell’aromatiere”.