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Il caso

Fud Palermo ora è anche un caso da studiare Tutti i segreti di una scommessa (vinta)

01 Dicembre 2015
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Andrea Graziano ospita nei suoi locali gli allievi di un master dedicato al cibo e si racconta. “Ragazzi, una sola parola: godere, godere, godere…”. E alla fine della lezione una sorpresa…


(Andrea Graziano durante la sua lezione)

di Francesca Landolina

Vi aspettereste di seguire una lezione da Master of Economics Hospitality Management and Food and Beverage, dell’Università di Palermo, in una panineria? Poco formale? Insolito? No, se di mezzo c’è Fud, la panineria di Andrea Graziano, che da Catania ha fatto il bis a Palermo, in piazza Olivella, nel cuore pulsante della città.

Ci ritroviamo ad assistere alla lezione “fuori dagli schemi” del professore Marco Montemagno Mancini dal titolo “Persone di successo per aziende turistiche con servizi a valore aggiunto”, e Fud è proprio il caso studio sotto esame. Anzi è, per dirla con le parole di Andrea, quel “successo che non ti aspetti”. Lo ha definito così, cominciando i suoi 60 minuti di lezione, davanti ad una platea di studenti seduti tra i tavoli “sociali”, concepiti per condividere cibo o “fud”, divertimento, sorrisi e, perche no, sogni, come dicono alcuni di loro. “Fud è il successo che non ti aspetti, semplicemente perché non ce lo aspettavamo nemmeno noi “, racconta Andrea.

Nato per caso, a Catania, per consentire alla gente che attendeva di entrare al ristorante Sale Art Cafè di trascorrere il tempo d’attesa in un spazio gradevole, dove fare un aperitivo o stuzzicare qualcosa. Lo spazio improvvisato però da subito comincia a funzionare e Andrea si fa prendere la mano. Nasce dunque quell’idea illuminante che prende corpo e sostanza con consulenze importanti e lunghe progettazioni. Basti pensare ad uno studio di ben tre mesi sulle patate e su come friggerle in modo impeccabile. “Sembravamo folli. Per tutti. Aprire a Catania una panineria, hamburgheria, lì dove il cibo da strada non manca affatto?”. Roba da far ridere i polli in pratica. “A detta di molti, era una partita persa in partenza, eppure i risultati ci hanno dato ragione”. Nel 2015 Fud è il locale del miglior street food d’Italia secondo il Gambero Rosso, riceve il premio nazionale per l’architettura, è ogni giorno sempre pieno di gente e recensito quotidianamente sui social e in molti giornali. Ma facciamo un passo indietro. Perché tutto questo successo? Su cosa si regge il suo segreto?
“Al centro di tutto c’è il “Fud” – spiega Andrea – e fin dall’apertura non volevamo altro che questo. L’estetica del locale è secondaria. Non era nostro interesse fare il locale figo, ma regalare un’esperienza, inimitabile. Ed è così oggi, anche se Fud è il format più imitato – sorride – resta inimitabile e ogni giorno arrivano mail con richieste di franchising da ogni dove”.

Ma i fattori del successo? “Sono tanti – dice Andrea – ma si comincia dalle patate”. Sembra una battuta, eppure non lo è. “Se Fud è sempre pieno di gente è perché il rapporto qualità prezzo è ottimo. Dentro un panino ci sono i migliori prodotti di Sicilia, ma su ciascuno di essi noi guadagniamo solo il dieci per cento circa e non il trenta come di solito accade. Il calcolo di un fud così creativo e di altissima qualità si regge sui maggiori margini di guadagno dei prodotti semplici, come le patate. Pensate che a Catania ne consumiamo circa 200 chili al giorno, e raddoppiamo la cifra a Palermo”.

Calcoli alla mano, si può comprendere il resto o quantomeno immaginare il volume di affari. Ma il successo di Fud si regge su molti altri aspetti. Si parte per esempio dal logo, semplice e vincente, “veloce e riproducibile, come un timbro postale”; segue un packaging studiato che nasce come soluzione estetica per riempire il locale con barattoli vari, diventati poi una linea di prodotti sempre più richiesti e un ulteriore elemento di business. “I nostri barattoli non si limitano a contenere il meglio dei prodotti siciliani, ma sono manufatti d’artigianato, frutto del lavoro maniacale di gente un po’ folle, come noi”. Nati per caso, oggi i prodotti confezionati Fud sono venduti in 10 punti vendita in Sicilia, all’estero, in Francia e Norvegia soprattutto, e presto online tramite un sito e-commerce.
Oltre al logo e al packaging ci sono poi lo studio dei panini, la ricerca dei prodotti più esclusivi, e il rapporto di fiducia con i produttori. “Solo per la carne, collaboriamo con 7 macellai. Fud è il primo cliente dei migliori produttori di Sicilia; parliamo di persone che hanno speso la loro vita per produrre un solo prodotto, un formaggio per esempio. Con loro non basta pagare. Devi conquistarti prima la fiducia, perché sono come pittori gelosi della loro opera d’arte. Ogni pezzo ha un valore inestimabile. Per ottenere il loro benestare li ho inseguiti, sono andato a trovarli, abbiamo mangiato insieme, siamo diventati amici. Oggi sono i primi comunicatori di Fud. In totale sono circa 70. Ecco, Fud ha smosso un comparto e spesso non riescono a starci dietro per le quantità richieste”.

Altra strategia di comunicazione? La non comunicazione o quantomeno non quella tradizionale. “Fud non fa pubblicità classica: non serve a nulla in questa era. Comunica solo sui social network con un seguito impressionante, con il sito e con due newsletter l’anno. Non abbiamo promosso neppure la nostra apertura, e siamo diventati virali sul web soltanto con il passa parola e con le foto postate con il logo Fud dalla gente e dagli amici”.
E infine l’ultimo o forse il primo fattore di successo: il personale. Ragazzi svegli e che hanno voglia di divertirsi lavorando, sorridenti e dinamici. “Professionali, ma che acquisiscono competenza con corsi di formazione e lavorando giorno dopo giorno”.

Tanti fattori concorrono quindi al successo del format, ma cosa è diventato Fud oggi? “A Palermo è la prova che fare imprenditoria, seppur in una zona considerata difficile, non è impossibile. In generale, Fud è, senza pretese, un locale che con semplicità, ti fa sentire libero, ti spoglia di etichette da esperto per godere, godere, godere. Godere del cibo, da mangiare rigorosamente con le mani, e della convivialità. Perché mangiare è social, è seguire un istinto, è stare bene. Insomma, non prendiamoci sul serio, il cibo è leggerezza”. E se provassimo ad individuare la più grande forza di Fud? “I Fud Pipol”, così termina la sua lezione il “paninaro visionario”, con un successo che lo ripaga mentre lui, imprenditore di successo, dice di guardare al futuro puntando sulla tradizione. La lezione si conclude con un finale a sorpresa. Andrea premia una sua giovane dipendente con un contratto da firmare. Assunta a tempo indeterminato, davanti a tutti. E anche questa è una lezione.