Il caso
Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, tutto in alto mare: il rinnovo del Cda è un'incognita

di Emanuele Scarci
E’ saltata anche l’ultima mediazione nel Consorzio-babele.
Ora si spera in quella di mercoledì prossimo per trovare un punto d’equilibrio tra le due fazioni del Consorzio del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene: in ballo le modalità per procedere alle elezioni del consiglio di amministrazione. Nel caso dell’ennesima fumata nera, il Mipaaf, che ha intimato al Consorzio di procedere al rinnovo degli organi sociali entro metà marzo, potrebbe decidere la decadenza della delega per la rappresentanza della denominazione. Un caso inedito, ma la paralisi del Consorzio Docg allarma il ministero delle Politiche agricole, dove si è appena insediato il nuovo ministro Stefano Patuanelli.
La spaccatura
Il Consorzio non rinnova il Cda da oltre un anno a causa delle profonde divisioni d’interesse tra produttori che non trovano un accordo nemmeno sui posti da assegnare alle categorie dei soci. La nuova maggioranza in cda, guidata da Ludovico Giustiniani, si oppone alla minoranza capitana dal presidente uscente Innocente Nardi. La maggioranza aveva stabilito che la nuova composizione del cda dovesse attribuire ai viticoltori e agli imbottigliatori un posto in più, a danno dei vinificatori. Il Mipaaf però ha indicato che il cda debba continuare ad essere composto da 3 viticoltori, 6 vinificatori e 6 imbottigliatori. Inoltre le cantine dovrebbero rinunciare alle candidature plurime.
Veti incrociati
Se tutto va bene mercoledì prossimo si dovrebbe conoscere la data fissata per il rinnovo del cda. Ma non è detto: l’incomunicabilità tra fazioni è tale che un anno fa il cda ha bocciato (con zero voti favorevoli) la candidatura del presidente uscente Nardi (nominando Giustiniani) all’associazione Unesco, pur essendo stato uno dei promotori. Inoltre il Consorzio è privo del direttore da 4 anni, dopo aver bruciato, per i veti contrapposti, i candidati Graziano Molon e Cristina Guaita. Il bilancio del Consorzio Superiore è di 4,5 milioni e comprende le quote dei soci, i fondi del Psr e dell’Ocm. Il Prosecco Superiore vale 92 milioni di bottiglie, per un valore superiore ai 500 milioni e grandi ricadute economiche e sociali nei 15 Comuni della Denominazione.
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