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Il caso

Emergenza furti di uve sull’Etna: e i vignaioli organizzano delle ronde notturne

06 Ottobre 2018
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Non è una storia che salta agli onori delle cronache solo quest'anno. Anzi. Sull'Etna è una storia vecchia. Ma che quest'anno, in particolare, ha messo ancora di più “sul piede di guerra” vari produttori. 

Nelle contrade è davvero emergenza di furti di uva. Secondo le prime stime, in poco tempo, sono stati fatti sparire dai tralci qualcosa come 1.500 chili di uva. Se il valore in sè dell'uva si aggira tra i 1.500 euro e quasi 4.000 euro, è il valore che poi genera quest'uva a far arrabbiare i produttori etnei. Perché sono stati fatti sparire, in pratica, dalle prime stime, uve atte a produrre quasi 1.500 bottiglie di pregiato vino dell'Etna. Bottiglie che possono anche avere un valore di 40-50 euro ciascuna. Insomma mica robetta da 4 soldi. A lanciare l'allarme è Vincenzo Lo Mauro, amministratore delegato della Vini Franchetti: “Come ogni anno, in questa parte del territorio – racconta – avvengono furti di uve, che possono andare da piccoli a grandi quantitativi. Le forze dell'ordine fanno quello che possono, ma credo che alla fine davvero si potrebbe fare qualcosa di più, visto che le aziende spendono tantissimi soldi per mantenere il prestigio di questo territorio”. 

Per questo alcune aziende (oltre la Franchetti, anche Frank Cornelissen, per esempio) hanno deciso di effettuare delle ronde con i propri dipendenti: “Pattugliamo il territorio – spiega Lo Mauro – Notte e giorno, qui non si può stare mai tranquilli. Appena vediamo auto o movimenti sospetti, ci fiondiamo. E' un territorio troppo complesso, troppo parcellizzato, è davvero difficile tenerlo sotto controllo, ma non possiamo fare altro. Su quelle piante ci sono i nostri sacrifici”. 

Impossibile pensare ad un sistema di videosorveglianza: ci vorrebbero troppe telecamere, ed anche delle più tecnologiche, visto che dovrebbero riprendere anche la notte, ma ci vorrebbero decine e decine di apparecchi, vista l'estensione del territorio stesso. Per questo i controlli “fai da te”. “Cerchiamo in questo modo di creare un piccolo deterrente per queste persone”, dice Lo Mauro. Si tratta di ladri, che però, dimostrano di essere anche abbastanza preparati in materia enologica. Visto che vengono rubate solo le uve perfette e pronte per essere trasformate in vino. “Si tratta di sicuro di un gruppo organizzato – dice Lo Mauro – Agiscono come se stessero facendo una rapina in gioielleria, con i minuti contati, rischiando a trasportarla chissà dove. Perché è chiaro che questa uva, sistemata in qualche modo, magari dentro alle cassette, poi dal vigneto deve uscire. Per andare ancora non lo abbiamo capito”. Lo Mauro ha fatto sapere che cercherà di sensibilizzare quanto più possibili i sindaci dei vari comuni etnei: “Noi non siamo sceriffi, non siamo niente – conclude Lo Mauro – Siamo solo persone che curiamo i nostri territori e non possiamo sopportare di subire simili affronti”.

G.V.