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Il caso

Il vino in brik, l’idea della Regione

04 Luglio 2011
brik brik

Una scommessa. Una mossa che farà discutere. Il vino siciliano in brik con il sostegno della Regione.

La presentazione ufficiale si è svolta a Cagliari, presenti i marchi della grande distribuzione, come Despar e Conad. Marchi che proporranno il vino in brik per tre mesi. L’assessorato, occupandosi del piano industriale e del marchio dell’attività di collocamento sul mercato, ha permesso la realizzazione di questo prodotto. L’assessore all’Agricoltura Elio D’Antrassi (nella foto sotto) è contento dell’iniziativa. «Lo abbiamo fatto per il latte, lo stiamo facendo per il vino. L’idea di fondo è che la Sicilia ha solo un problema, quello legato alla commercializzazione. Dobbiamo concentrare gli sforzi su questo versante e non si dica più che c’è una sovrapproduzione».

Il vino sarà quello della scorsa vendemmia nelle tipologie Nero D’Avola, Insolia e Cataratto, nei formati da un litro e tre litri. Il packaging, del tutto innovativo, consiste in un brik con l’immagine della Vergine Annunziata il quadro di Antonello da Messina esposto a Palazzo Abatellis, in chiave Pop art, come a voler sottolineare lo stretto legame tra arte, cultura e tradizione siciliana in una rivisitazione che richiama l’attenzione e la curiosità del consumatore. Quali cantine abbiano fornito il vino che è finito in brik la cui commercializzazione è sostenuta dalla Regione, non è ancora noto. L’obiettivo, come suggerisce lo stesso nome “Vino di Alta Qualità Siciliana” è quello di proporre un prodotto, che si distingua dagli altri presenti nella grande distribuzione e, che allo stesso tempo, sia facilmente reperibile al supermercato. Il prezzo oscillerà tra i due e i tre euro circa. La scelta del vino brik, è una scelta mirata all’internazionalizzazione del prodotto, in linea con il concetto presente, soprattutto in Nord Europa, di vino in brik come sinonimo di un perfetto compromesso qualità-prezzo. Insomma una nuova sfida per il mercato enologico.

Maria Antonietta Pioppo