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Il caso

Pane di Lentini: annullato il presidio Slow Food

04 Giugno 2012

Annullato il Presidio Slow Food Pane di Lentini, uno dei pani tradizionali e più antichi della Sicilia orientale, ottenuto da farine di grano duro.

La decisone non è una sospensione ma una revoca. “Un grande rammarico”, esordisce Raffaella Ponzio responsabile nazionale dei Presidi Slow Food che ci spiega le motivazioni. “Il progetto del presidio così come era articolato non ci convinceva più. Il programma di lavoro che si era progettato insieme ai produttori non era più rispettato. Da qui la decisione che era meglio chiudere”. Insomma la perdita del presidio è dovuto al mancato rispetto del disciplinare di produzione. La questione, come spiega la Ponzio, vede anche altri aspetti implicati. Intanto poca chiarezza sulla materia prima. “Non eravamo più certi dell’origine delle farine, non sapevamo se fossero italiane”.  Problema di tracciabilità quindi a cui si aggiunge il problema di una produzione scostante. “In passato – spiega la responsabile dei presidi – c‘era stata scarsa comunicazione tra i produttori in sede Slow Food, avevamo concordato che la produzione secondo disciplinare dovesse essere sempre presente e garantita, poi ad un certo punto abbiamo verificato che non vi era pane ogni giorno. Cosa che poteva creare malintesi seri con il consumatore che, leggendo sul sito o sulle guide del pane, poteva cadere in errore e ritenere il resto del pane, venduto nel  forno che deteneva il presidio, come Pane di Lentini”.  Per Slow Food tali incongruenze hanno rappresentato una sgradevole sorpresa. “E’ stato un dispiacere innanzitutto – ammette la Ponzio -. Nel momento in cui ci rendiamo conto che non vengono rispettate una serie di indicazione, rappresenta una grave perdita, anche per la natura dei nostri progetti che si basano proprio sulla chiarezza con i produttori”. Attualmente la decisione del nazionale sembra quindi definitiva. Ma non si esclude che si possa ripartire con una nuova richiesta da parte dei produttori. “Ci sono stati casi in cui, a distanza di tempo, i produttori hanno sottoposto una nuova richiesta – conclude la Ponzio -. Non è mai formale, loro ci chiamano e dichiarano di volere ripartire sulle basi precedentemente concordate. Poi sta a noi valutare”.  

C.d.G.