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Il personaggio

Carlo Cracco, dai fornelli (anche) ai vigneti: lo chef stellato e il suo progetto Vistamare

12 Ottobre 2020
Pagadebit Pagadebit

di Michele Pizzillo

Lo chef Carlo Cracco è già pronto per trasformarsi anche in vignaiolo.

Il progetto è l’azienda agricola Vistamare, che sorge su una collina verde di Santarcangelo di Romagna, nell’entroterra riminese che, poi, è proprio il paese di origine della moglie Rosa Fanti. E, questo, fa pensare che l’idea di avere Cracco-vignaiolo è di Rosa, che avrebbe avuto un ruolo importante nella scelta del piccolo gioiello Vistamare: 16 ettari di cui 4 di uliveto, 6 di frutteto (con alberi di pesche, albicocche, ciliegie, cachi), 1 di orto e 5 ettari di vigneto. Tant’è vero che Cracco fa sapere che “era da tempo che cercavo un terreno su cui poter poi coltivare e produrre le materie prime che avrei utilizzato nella mia cucina e finalmente sono riuscito a trovarlo qui, tra le colline romagnole, a cui sono molto legato e non solo per motivi affettivi. Parte della materia prima viene utilizzata al ristorante, sia per il menu che per la pasticceria, parte invece viene trasformata per la produzione di succhi di frutta, confetture, olio e naturalmente vino. Per produrre il vino, però, mi sono affidato a Luca D’Attoma, un grande professionista di cui nutro da sempre una profonda stima. Oltre al cibo, il vino è una delle mie grandi passioni, ed era fondamentale per me potermi far affiancare da una persona come Luca che sa condividere la mia stessa visione”.

(Pagadebit)

La risposta di D’Attoma potrebbe anche sembrare scontata quando dice: “Sono molto felice di avere l’occasione per potermi misurare con una persona di grande talento come Carlo Cracco. Ci accomuna l’impegno a creare qualità ed emozione attraverso il nostro lavoro, Carlo in un settore diverso ma convergente al mio, al quale ho dedicato tutta la mia vita; ho grandi aspettative per questo progetto che mi vede particolarmente coinvolto, quando ho visitato la tenuta sono rimasto estremamente colpito dalle viti vecchie – da 50 e fino a 80 anni – di vitigni simbolo del territorio romagnolo. In generale l’obbiettivo di questo progetto è proprio quello di creare – con impegno e sensibilità – vini autentici e schietti, volti a valorizzare appieno questo territorio particolarmente vocato alla viticultura”. Ma Luca D’Attoma è un enologo di grande esperienza che, oltretutto, conosce molto bene l’entroterra romagnolo – collaborando già con altre due realtà come San Valentino e San Patrignano – e sa che si tratta di un territorio ancora poco conosciuto ma con un potenziale enorme dal punto di vista agroalimentare ed enologico.

(Sangiovese)

E, poi un aspetto importante del progetto dei coniugi Cracco è il tema della circolarità e del recupero: per questo motivo, con gli scarti della frutta si ricava la carta per stampare i menù e per i packaging, oppure con i noccioli di pesche e ciliegie si producono farine utilizzate per le preparazioni di pasticceria. Nella cantina di Vistamare, intanto, si sta lavorando a due vini che saranno imbottigliati prima della prossima vendemmia. Un vino rosso per cui è stata recuperata la tecnica dell’uvaggio, ossia una combinazione di uve diverse vinificate in acciaio, che vede Sangiovese in preponderanza, con piccole percentuali di Cabernet Sauvignon, Lambrusco e Trebbiano. L’intento è quello di produrre un rosso conviviale, di facile beva, fresco e profumato, che ben interpreti le caratteristiche del territorio. Mentre il bianco sarà composto da quattro vitigni: Rebola, Pagadebit, Albana di Romagna e Trebbiano. Anche in questo caso è stato creato un uvaggio, con macerazione e fermentazione sulle bucce in grandi anfore per esaltarne il carattere. Con questo uvaggio si punta ad ottenere un bianco corposo che sintetizzi le caratteristiche del terroir, senza aromi fermentativi e con profumi decisi. Sicuramente si tratterà di vini molto originali visto i personaggi coinvolti, molto creativi e quindi, anche per il vino sarà predominante il loro estro e la voglia di proporre prodotti che riescano a conquistare e, contemporaneamente, anche ad emozionarlo il consumatore. Se la filosofia di D’Attoma è quella di proporre sempre un vino di successo, Cracco è un artista che crea qualità ed emozioni. Vedremo, poi, i vini.