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Pubblicato in Il personaggio il 06 Novembre2019

Il nuovo tristellato della cucina italiana


(Enrico Bartolini)

OTTO. Otto Stelle Michelin. È un vero e proprio record per Enrico Bartolini. Che oggi è diventato l'undicesimo chef tristellato del firmamento dei ristoranti italiani. 

E si è addirittura concesso il lusso di aggiungere una seconda stella al suo ristorante veneziano Glam. Lui, 40 anni appena fatti, nato a Castelmartini in Toscana, sul palco del teatro Municipale di Piacenza non ha fatto trasparire emozione: "E' come vincere l'oro alle olimpiadi" ha detto con il suo solito tono basso di voce. Bartolini è così. E' uno che parla poco. Pochissimo. Ma che in cucina macina chilometri, pardon piatti. E da quando ha iniziato ha messo su un firmamento niente male, con 8 stelle e il record del tre stelle a Milano. Che aveva realizzato Gualtiero Marchesi, uno che non era proprio uno chef qualunque. Bartolini ha l'aspetto severo, ma è solo apparenza. In cucina è sempre concentrato. E poi è un genio ai fornelli. Ha iniziato prestissimo. Aveva appena 19 anni. Prima nella trattoria dello zio, poi a Londra da Mark Page, a Parigi con Paolo Petrini e poi con gli Alajmo, dove spende tre anni tra la "Montecchia" di Selvazzano e le "Calandre" di Rubano. Per poi occuparsi della gestione de "Le Robinie" in Oltrepò Pavese, dove, a 29 anni, conquista la sua prima Stella Michelin. Nel 2010 lascia l’Oltrepò per occuparsi del "Devero Ristorante" e del "Dodici24 Quick Restaurant" a Cavenago Brianza (a pochi minuti da Milano), conquistando, a 33 anni la seconda stella. Parte poi il percorso da solista. Che, facendo due conti, gli ha permesso di costruire un vero e proprio impero. Le novità sono le tre stelle al "Ristorante Enrico Bartolini al Mudec" di Milano e le due al "Glam" di Venezia. Senza contare poi quella al "Casual Ristorante" a Bergamo e quella a "La Trattoria Enrico Bartolini" a Castiglione della Pescaia (ereditato da Ducasse), in Maremma, nella Tenuta La Badiola che ospita l’esclusivo resort L’Andana.

Il ristorante di Milano, dunque, è il primo tre stelle dell'era moderna nel capoluogo lombrdo. Si trova al terzo piano del Mudec - Museo delle Culture, nel cuore del design district ed è l'emblema di quello che lo chef Bartolini rappresenta: la sperimentazione senza mai trasgredire la tradizione. Da qui lui inventa tutti i piatti per i suoi sei locali, perché Milano, per Bartolini, è diventato un punto di riferimento e fucina creativa per ogni declinazione dell'idea che sta alla base della cucina di Bartolini: "Classicità contemporanea". Ormai lo chef ci ha preso gusto. E forse ha anche inventato un metodo. Infallibile osiamo dire noi. Visto che ovunque si metta, anzi ovunque cucini, emerge il talento E state pur certi che prima o poi arriverà la stella. Ne mancano due per fare dieci. E poi, come accade alle squadre di calcio che vincono dieci scudetti, se ne potrà cucire addoso una speciale. 

C.d.G.

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