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Il progetto

Olio extravergine d’oliva, verso l’Igp Sicilia

19 Aprile 2013
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Rosaria Barresi, Dario Cartabellotta

di Giovanni Paternò

La Sicilia è la terza regione produttrice di olio e nell'extravergine d' oliva comprende ben sei DOP, Denominazione di Origine Protetta.

Dario Cartabellotta, neo assessore all'Agricoltura della Regione Siciliana, ma che per gli ultimi anni ha diretto l'Istituto Regionale Vini e Oli, non si contenta di avere finalmente fatto istituire la DOC Sicilia per il vino, ma facendo sua la proposta di alcuni produttori di olio extravergine d'oliva sta impegnando le strutture burocratiche e tecniche regionali per arrivare a costituire un'unica Identificazione Geografica Protetta Sicilia per l'extravergine prodotto e confezionato nell'isola. “Per il nostro scrittore Gesualdo Bufalino la Sicilia è una ma con tanti aspetti e tante qualità dei siciliani, dice Cartabellotta, così nel mondo dell'alimentare la Sicilia deve diventare una e sola ma con la valorizzazione delle biodiversità eccezionali che la contraddistinguono”.
 
L'ufficializzazione pubblica dell'iniziativa è avvenuta al recente Vinitaly in occasione della presentazione del libro di Andrea Zanfi “Sicilia l'Isola dell'Olivo” dove Rosaria Barresi, dirigente generale dell'Assessorato  ci ha comunicato:

IGP Sicilia per l'olio nasce dalla necessità di caratterizzare i nostri oli e dare loro la giusta e dovuta protezione. In Sicilia si produce tanto olio che spesso è acquistato da soggetti non siciliani e confezionato ed etichettato fuori dall'isola non dicendo che è olio siciliano. Vogliamo allora dare un importantissimo valore aggiunto al nostro prodotto. L'Assessorato, sia a livello centrale che con le strutture operative diffuse nel territorio, sta supportando tutto l'iter e le procedure. Il disciplinare della Igp è stato redatto ed è in fase di limatura, confermando i parametri comunitari per l'extravergine. Si sta costituendo l'associazione promotrice, si stanno redigendo le varie relazioni e predisponendo la dovuta documentazione. Poi tutto verrà presentato al Ministero.

Alle varie riunioni hanno partecipato anche i Consorzi di Tutela delle Dop che sono concordi nell'appoggiare l'iniziativa anche perchè le Dop rimarranno in vigore costituendo l'eccellenza isolana. Con l'Igp si vuole comprendere il territorio che attualmente non è inserito nelle Dop dando ad esso un'immagine di qualità e di identificazione, e nello stesso tempo proponendo una denominazione di qualità atta ad evitare che i nostri oli vengano poi immessi nel mercato sotto mentite spoglie e per impedire che oli di provenienza estera vengano poi spacciati per siciliani. Si vorrà così tutelare contemporaneamente sia il produttore che il consumatore utilizzando poi l'Irvos, l'Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia, come futuro organismo di certificazione.”

Aggiunge Dino Catagnano, dirigente dell'U.O. Specializzata in Olivicoltura: “l'Igp Sicilia comprenderà le cultivar principali: Biancolilla, Cerasuola, Moresca, Nocellara del Belice, Nocellara etnea, Ogliarola messinese, Santagatese, Tonda iblea nonché le minori  Brandofino, Calatina, Crastu, Giarraffa, Minuta, Nocellara messinese, Piricuddara, Verdello,  Aitana, Bottone di gallo, Cavalieri, Erbano, Lumiaru, Nasitana, Nerba, Olivo di Mandanici, Vaddarica, Zaituna,  Verdese, Marmorigna e comunque sarà ammesso fino al 10% di altre varietà.
 
I presupposti ci sono tutti affinchè il nuovo imprinting “Born in Sicily” proposto dall'assessore Cartabellotta venga concretizzato proprio in un settore, quello dell'olio, così importante e diffuso per l'agricoltura isolana.