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L'azienda

Cantina in miniera

10 Aprile 2011
Giovanni-Greco Giovanni-Greco

L’affinamento del vino nelle miniere di zolfo di Aragona, nell’Agrigentino, è il nuovo progetto della Viticultori associati di Canicattì, dedita alla valorizzazione del Nero d’Avola


Giovanni Greco

La Cantina Sociale Viticultori Associati di Canicattì dedica il suo stand al Vinitaly alle Terre del nero d’Avola e alla valorizzazione di questo vitigno e presenta l’ultimo suo originale progetto

: l’affinamento sperimentale dei vini ottenuti dalle sue uve nelle dismesse miniere di zolfo, site nel Comune di Aragona, in provincia di Agrigento.
“Il nostro progetto di valorizzazione del nero d’Avola – spiega il presidente Giovanni Greco – per il quale abbiamo sposato in pieno l’iniziativa dell’Istituto Vite e Vino, nasce dalla necessità di contrastare il sempre maggiore abuso che viene fatto di questo vitigno autoctono. Troppo spesso, infatti – continua Greco – si assiste alla produzione di vini omologati, senza alcun rispetto per l’identità e le caratteristiche del vitigno originario. Il nostro obiettivo è quello di differenziare il nostro prodotto, grazie al suo forte valore aggiunto”.
La Viticultori Associati di Canicattì, sulla base dei dati forniti dallo stesso presidente raggruppa oggi 500 soci, sparsi in 12 Comuni dalle caratteristiche territoriali omogenee e che imbottigliano con un’etichetta unica. Il fatturato risulta in crescita quest’anno del 15% con l’imbottigliamento del 25% della produzione per un totale di 900 mila bottiglie.
“Per quanto riguarda quest’edizione del Vinitaly – aggiunge Greco – possiamo valutarla positivamente, soprattutto in riferimento alle visite di clienti, buona parte dei quali internazionali, sia già precedentemente acquisiti che nuovi”.
Per quanto riguarda le novità, la Cantina di Canicattì sta attualmente lavorando ad un ambizioso quanto originale progetto. “Grazie ad una convenzione con il Comune di Aragona – racconta Greco – stiamo cercando di potere utilizzare le miniere di zolfo che si trovano nel suo territorio per procedere all’affinamento sperimentale di alcuni vini del territorio”.
Chiediamo infine al Presidente Greco cosa ne pensi del progetto della Doc Sicilia. “A nostro parere – riferisce Greco – si tratta di uno strumento molto importante, non tanto nella direzione di un auspicabile aumento nelle vendite, quanto come meccanismo che serva a dare maggiori garanzie alla produzione siciliana nel suo complesso, a tutela dell’immagine della Sicilia, sempre più importante dal punto di vista vitivinicolo”.

Daniela Corso