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L'azienda

L’altra Bolgheri: dal primo Cabernet franc in purezza a oggi. Le Fornacelle sfida il tempo

21 Aprile 2022
Vini_degustati Vini_degustati

di Michele Pizzillo

E’ vero che la svolta enologica avviene nel 1995, con Stefano Billi, esattamente mezzo secolo dopo che il bisnonno Giulio Batistoni, già mezzadro dei conti Della Gherardesca, riesce ad acquistare una loro vigna di 1,6 ettari, gettando le basi per la creazione dell’azienda Le Fornacelle nella zona di Bolgheri.

Una data importante per la famiglia Batistoni-Billi che così, dopo decenni impegnata a lavorare la terra di cui non ne possedeva la proprietà, finalmente poteva prendersi cura di qualcosa di proprio. A tutto questo si aggiunge, poi, l’intuizione del proprio erede, Stefano, di capire che era giunto il momento di cominciare a produrre vino, visto che alla prima vigna acquistata, quella di Zizzolo, la sua famiglia aveva aggiunto anche un altro vigneto della stessa proprietà che conosceva bene, ma non come proprietari, Guarda Boschi. A poco a poco, gli eredi di Giulio Batistoni sono arrivati a mettere insieme una proprietà di 15 ettari di cui nove destinati a vigneti dove sono coltivati Merlot, Cabernet sauvignon e Cabernet franc, Vermentino, Sémillon e Fiano. Possiamo dire, a questo punto, che con Stefano nasce la nuova Bolgheri a cui si aggiungerà la moglie Silvia Menicagli ad accompagnarlo in questa avventura che porterà la coppia a produrre a Bolgheri, nel 2004, uno dei primi Cabernet franc in purezza, proposto con il nome “Foglio 38” che è il numero della particella catastale e l’etichetta creata da Franco Menicagli, fratello di Silvia, con il dipinto “I campi” che rappresenta una strada di campagna con diverse coltivazioni, il bruno delle vigne, il rosso dei papaveri ed il giallo del grano visti dall’aereo. Menicagli, poi, creerà altre etichette e a Le Fornacelle nascerà la linea artistica che si arricchirà anche del vino Ermina (Merlot in purezza), dedicato alla figlia da Stefano e Silvia, prodotto solo nelle annate eccezionali. Sull’etichetta di questo vino è raffigurato un cuore, opera dell’artista livornese Fabrizio Breschi, che insegna Pittura nella storia all’Accademia di Brera di Milano, città che Billi ha scelto per presentare le ultime annate dei vini che produce e, ovviamente, evidenziando prima di tutto che “siamo agricoltori da generazioni, dal bisnonno Giulio che lavorava questi vigneti nell’800. La nostra famiglia proviene da questo mondo, da una cultura contadina, che conosce i ritmi della terra, i cicli stagionali della natura e sa, che non si possono addomesticare. Il nostro compito è osservare, capire, assecondare, affinché la nostra energia si fonda e si amplifichi con quella del vigneto”.

(I vini degustati)

Insomma, ogni vite ha una sua peculiarità e viene trattata distintamente nella potatura, nella selezione dei grappoli, nel diradamento fogliare e in vendemmia. Una cura dettagliata e individuale che, si intuisce, può essere condotta soltanto dal produttore, che conosce tutta la storia del vigneto. E, per farla breve, Stefano e Silvia pensano subito di passare dalla chiacchiera alla pratica, con la degustazione dei vini in abbinamento ad alcune proposte di Andrea Provenzani, chef-patron di un locale classico e molto ben frequentato come Il Liberty: asparagi, bottarga e salsa olandese con Zizzolo e Fornacella bianco; ravioli arrosto di puntine speziate, cipolle arrosto e spuma di patate con Zizzolo rosso e Guarda Boschi; reale di black angus laccato al vino rosso scalogno laccato e patata soffice con Erminia e Foglio 38; insalata di fragole, lime e menta, crumble di nocciola con il passito dedicato a Vincenzino.

Così come avevano pensato i coniugi Billi e il loro “comunicatore”, Riccardo Gabriele, il pranzo-degustazione offre ulteriori occasioni per conoscere meglio una realtà che “noi viviamo e lavoriamo in azienda. Vita e vite sono tutt’uno. Vogliamo creare vini di territorio che riflettano il carattere del nostro lavoro, identificandoci come azienda. Tant’è vero che ricerchiamo una minor produttività a favore della qualità”, spiega Silvia. Questo grazie ad un lavoro paziente: per ogni tipologia di vino si utilizza il metodo di vinificazione e di invecchiamento più appropriato, con vari tipi di tini (acciaio e cemento) e di barrique di rovere francese selezionate, perché la vinificazione deve assecondare e seguire le inclinazioni delle uve di ogni singolo vigneto. Per questo “alcuni vini vengono prodotti soltanto nelle annate eccellenti – continua Silvia -. Ci proponiamo di trovare sempre il giusto equilibrio nelle coltivazioni e nelle produzioni riducendo al massimo gli “interventi esterni”. La produzione media è sulle 80.000 bottiglie, con un export tra il 25 e il 30%, prevalentemente verso gli Stati Uniti, Canada e Giappone. Mentre in Italia Fornacelle è ben presente in Toscana, Lazio e adesso anche in Lombardia. Questi i vini presentati a Milano.

Zizzolo Bolgheri Vermentino doc 2021

Zizzolo è il nome del vigneto dove, una volta, era presente un albero di giuggiole. E’ un Vermentino in purezza, ma con uve prodotte da tre cloni diversi: toscano, corso e Colli di Luni. Il colore è giallo paglierino con riflesso verdolino. Il profumo è delicato, fresco, con note agrumate e di frutti esotici. In bocca è accattivante, fresco e con una bellissima sapidità. Potremmo anche definirlo un vino semplice per la sua capacità di servire i piatti a cui è abbinato. Ne sono state prodotte 12.000 bottiglie.

Fornacelle bianco igt Toscana 2020

100% Sémillon con fermentazione in barrique dove è affinato per 6 mesi. Il colore è giallo paglierino intenso tendente al dorato. Bouquet complesso tra sentori fruttati di nocciola, pesca, susina, frutta tropicale a cui si aggiungono quelli di zafferano oltre ad una delicata nota di vaniglia. Il sorso è avvolgente, fresco, sapido, strutturato e tendenzialmente aromatico e con un epilogo caldo e persistente di frutta matura. La produzione è mediamente di 4.000 bottiglie all’anno.

Zizzolo Bolgheri rosso doc 2020

Avvicinando al naso il calice contente quest vino, siamo stati investiti da una bellissima esplosione di profumi prevalentemente di frutti di bosco, macchia mediterranea, pepe rosa e una delicata sfumatura balsamica. Nell’uvaggio c’è 60% di Merlot e 40% di Cabernet Sauvignon fermentati in acciaio, con il vino affinato in barrique di Allier di secondo passaggio per 6-8 mesi. Il colore è rosso rubino con riflessi porpora. In bocca ci sono tutti i sentori che caratterizzano il bouquet di questo vino, con in più la presenza di un tannino di buona fattura ma armonicamente integrato in tutti quegli elementi che ne fanno un ottimo vino. La produzione è stata di 25.000 bottiglie.

Guarda Boschi Bolgheri Superiore doc 2018

Il nome è quello del vigneto che già nel ‘700 produceva vino per i Conti della Gherardesca. Le uve sono 40% Merlot, 30% Cabernet Sauvignon e 30% Franc, con fermentazione in barrique aperte e affinamento di 15 mesi in barrique di I, II e III passaggio. Il colore è rosso rubino brillante. Il profumo è intenso ed evoluto, con note di mora, mirtilli in confettura, cioccolato, note balsamiche, cannella, liquirizia e una punta di caffè. Notevole la struttura che si avverte in bocca ma ammorbidita da freschezza tendenzialmente balsamica e ricchezza sapida nonché da tannini veramente di gran classe. La produzione media è di 8.000 bottiglie.

Foglio 38 Bolgheri Superiore doc 2017

Cabernet Franc in purezza, con fermentazione in barrique aperte e maturazione del vino per 18 mesi in barrique di rovere di Troncais. Il colore è rosso rubino brillante con riflessi granato. Al naso presenta un bouquet raffinato con profumi di macchia mediterranea e note di ribes, mirtilli, ciliegia matura, cardamomo, cioccolato alla menta. In bocca è straordinario, con una progressione che vede sfilare tannini magistrali, freschezza e sapidità vibranti, una persistenza lunghissima che lascia in bocca un gradevole nota balsamica. Ne sono state prodotte solo 3.000 bottiglie.

Ermina igt Toscana Merlot 2016

Premessa d’obbligo: vino prodotto solo nelle migliori annate ed è dedicato alla figlia di Stefano e Silvia. Il colore è rosso rubino brillante. Intenso e complesso il profumo prevalentemente di frutta rossa ben matura, con note balsamiche di eucaliptus e speziate di pepe. Vino di buona struttura con sorso morbido, fresco, con una bella trama tannica e lunga persistenza su sentori di liquirizia e finale balsamico con note di spezie dolci. La produzione è stata di 1.500 bottiglie.

Dedicato a Vincenzino 2019

Vendemmia tardiva di Fiano per questo vino da dessert che Erminia ha chiesto di dedicare al nonno Vincenzino. La vendemmia avviene a metà novembre con i grappoli appassiti sulla pianta. Fermentazione in acciaio e affinamento del vino per 12 mesi in bottiglia. Il colore è giallo paglierino tenue con riflessi dorati. Il profumo frutto è prevalentemente di pesca noce, albicocca e cedro mentre quello floreale è di ginestra e biancospino. In bocca è dolce, ma non stucchevole, sorretto da una bellissima freschezza e sapidità che lo rendono perfetto non solo con formaggi stagionati, erborinati, fois gras e pasticceria. Sono state prodotte 2.000 bottiglie da mezzo litro.

Fornacelle
Via delle Fornacelle 232/A – Castagneto Carducci (Livorno)
T. 0565 775575
www.fornacelle.it
info@fornacelle.it