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L'azienda

La “Faro scomposta” di Enza La Fauci: “Così valorizzo il Nocera e il Nerello mascalese”

24 Giugno 2021
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Con ben trentacinque Vinitaly alle spalle Enza La Fauci è la donna del vino che domina la scena della Faro Doc.

Questa denominazione siciliana è nata nel 1978 per raccontare quel fazzoletto di terra che, affacciandosi sulla Calabria, incrocia all’orizzonte lo sguardo di due mari. La sua storia è legata a quella del fratello Giovanni, con il quale dal 1986 ha dato vita alla distilleria Giovi, dall’unione dei loro due nomi Giovanni e Vincenza, punto di riferimento per l’intera regione, e non solo. Ma dal 2003 in prossimità di Capo Peloro completa il suo personale percorso dedicandosi a quella che lei definisce la sua “vigna dorata” caratterizzati da suoli dove presente è la mica, un particolare tipo di minerale particolarmente friabile e lucente.

In un terroir croceveia di venti, di cultura, e di radici profonde nel mito, Enza La Fauci impianta così i vitigni che concorrono alla Faro Doc, Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Nero d’Avola, Nocera, e dal quale nasce il vino al quale si sente più legata, Oblì, insignito fra i migliori vini della Sicilia. Ciascuno di questi vitigni concorre a delineare il profilo del vino. La prevalenza del Nerello Mascalese conferisce la struttura portante grazie alla notevole acidità, il Nerello Cappuccio e il Nocera i profumi, e il Nero d’Avola corpo e trama tannica. Vignaiola indipendente lontana da certificazioni e definizioni affida la “naturalità” ai palati dei degustatori attraverso la sua produzione, che spazia dalle ottomila alle diecimila bottiglie l’anno, sotto la guida dell’enologo toscano Emiliano Falsini, il quale opera con finezza ormai da anni in diverse realtà vitivinicole siciliane.

Non solo Faro, però, nell’orizzonte vitivinicolo della produttrice messinese, anche il progetto del “Faro scomposto” ovvero la valorizzazione di alcuni dei vitigni che compongono la denominazione per valorizzarli e renderli protagonisti del paesaggio enoico culturale della zona, dove il terroir imprime forti connotazioni mediterranee e vegetali: “Sono tre anni che porto avanti il progetto del faro scomposto per fare identità al territorio e a ogni singolo vitigno che compone il territorio”. Figli di questo progetto le due interpretazioni di Nocera, Maestro e Petalo, rispettivamente rosso e rosato, e il Nerello Mascalese Vignadorata. Quest’ultimo un’interpretazione di alto profilo del principe etneo che si tinge di nuance che spaziano dal mirto alla liquirizia, in un connubio fra profumi della macchina mediterranea e note piacevolmente saline. Dai colori del tramonto, dei quali si può godere nel teatro paesaggistico naturale dell’azienda, Petalo è una fresca espressione di quei tratti vegetali, come la salvia, asciutti e solari che identificano questa zona. Godibilissimo anche da solo e a tutte le ore.

In assaggio, oltre Petalo e Vignadorata, anche Terra di vento, la prima Faro Doc prodotta dall’azienda nel 2007, e Case bianche, lo zibibbo secco. La particolarità dello Zibibbo “Terra di Vento” come nota la produttrice è il contrasto fra l’aromaticità di forte impatto al naso e la spiccata sapidità al palato. Un’etichetta dove elemento fondamentale è la sapidità e l’integrazione e il bilanciamento del ventaglio dei profumi tipici del vitigno: “È un vino che racconta del mare e del vento” spiega Enza La Fauci. Ottimo in abbinamento al cous cous offerto in degustazione e con i formaggi ma “buono anche con una fetta di torta al cioccolato scuro”. Da apprezzare a una temperatura leggermente più alta affinché il bouquet possa esprimersi al meglio. Terra di vento è la prima etichetta, nel 2007, Faro Doc dell’azienda. Di impatto il connubio fra il fruttato e il carrubo seguito da nuance di mezzana, dove pian piano emerge anche un frutto croccante. Sorso sapido e lungo di buona trama tannica non può che sposarsi con pesci più carnosi oltre che con le braciole messinesi. Per un concludere un ottimo gin tonic preparato con il gin della distilleria Giovi guarnito con del rosmarino per esaltarne le botaniche.

Alessia Zuppelli

Tenuta Enza La Fauci
via Piano Forno – Strada statale 113, km 18,800 – Mezzana (Messina)
T. 347 6854318
www.tenutaenzalafauci.com

Con ben trentacinque Vinitaly alle spalle Enza La Fauci è la donna del vino che domina la scena della Faro Doc. Questa denominazione siciliana è nata nel 1978 per raccontare quel fazzoletto di terra che, affacciandosi sulla Calabria, incrocia all’orizzonte lo sguardo di due mari. La sua storia è legata a quella del fratello Giovanni, con il quale dal 1986 ha dato vita alla distilleria Giovi, dall’unione dei loro due nomi Giovanni e Vincenza, punto di riferimento per l’intera regione, e non solo. Ma dal 2003 in prossimità di Capo Peloro completa il suo personale percorso dedicandosi a quella che lei definisce la sua “vigna dorata” caratterizzati da suoli dove presente è la mica, un particolare tipo di minerale particolarmente friabile e lucente.

In un terroir croceveia di venti, di cultura, e di radici profonde nel mito, Enza La Fauci impianta così i vitigni che concorrono alla Faro Doc, Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Nero d’Avola, Nocera, e dal quale nasce il vino al quale si sente più legata, Oblì, insignito fra i migliori vini della Sicilia. Ciascuno di questi vitigni concorre a delineare il profilo del vino. La prevalenza del Nerello Mascalese conferisce la struttura portante grazie alla notevole acidità, il Nerello Cappuccio e il Nocera i profumi, e il Nero d’Avola corpo e trama tannica. Vignaiola indipendente lontana da certificazioni e definizioni affida la “naturalità” ai palati dei degustatori attraverso la sua produzione, che spazia dalle ottomila alle diecimila bottiglie l’anno, sotto la guida dell’enologo toscano Emiliano Falsini, il quale opera con finezza ormai da anni in diverse realtà vitivinicole siciliane.

Non solo Faro, però, nell’orizzonte vitivinicolo della produttrice messinese, anche il progetto del “Faro scomposto” ovvero la valorizzazione di alcuni dei vitigni che compongono la denominazione per valorizzarli e renderli protagonisti del paesaggio enoico culturale della zona, dove il terroir imprime forti connotazioni mediterranee e vegetali: “Sono tre anni che porto avanti il progetto del faro scomposto per fare identità al territorio e a ogni singolo vitigno che compone il territorio”. Figli di questo progetto le due interpretazioni di Nocera, Maestro e Petalo, rispettivamente rosso e rosato, e il Nerello Mascalese Vignadorata. Quest’ultimo un’interpretazione di alto profilo del principe etneo che si tinge di nuance che spaziano dal mirto alla liquirizia, in un connubio fra profumi della macchina mediterranea e note piacevolmente saline. Dai colori del tramonto, dei quali si può godere nel teatro paesaggistico naturale dell’azienda, Petalo è una fresca espressione di quei tratti vegetali, come la salvia, asciutti e solari che identificano questa zona. Godibilissimo anche da solo e a tutte le ore.

In assaggio, oltre Petalo e Vignadorata, anche Terra di vento, la prima Faro Doc prodotta dall’azienda nel 2007, e Case bianche, lo zibibbo secco. La particolarità dello Zibibbo “Terra di Vento” come nota la produttrice è il contrasto fra l’aromaticità di forte impatto al naso e la spiccata sapidità al palato. Un’etichetta dove elemento fondamentale è la sapidità e l’integrazione e il bilanciamento del ventaglio dei profumi tipici del vitigno: “È un vino che racconta del mare e del vento” spiega Enza La Fauci. Ottimo in abbinamento al cous cous offerto in degustazione e con i formaggi ma “buono anche con una fetta di torta al cioccolato scuro”. Da apprezzare a una temperatura leggermente più alta affinché il bouquet possa esprimersi al meglio. Terra di vento è la prima etichetta, nel 2007, Faro Doc dell’azienda. Di impatto il connubio fra il fruttato e il carrubo seguito da nuance di mezzana, dove pian piano emerge anche un frutto croccante. Sorso sapido e lungo di buona trama tannica non può che sposarsi con pesci più carnosi oltre che con le braciole messinesi. Per un concludere un ottimo gin tonic preparato con il gin della distilleria Giovi guarnito con del rosmarino per esaltarne le botaniche.

Tenuta Enza La Fauci
via Piano Forno – Strada statale 113, km 18,800 – Mezzana (Messina)
T. 347 6854318
www.tenutaenzalafauci.com