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L'azienda

Masi, un 2019 in chiaroscuro. Boscaini: “Anno complesso, adesso il rilancio dell’azienda”

09 Marzo 2020
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di Emanuele Scarci

Masi Agricola chiude un altro esercizio in chiaroscuro. Per il rilancio si punta sul cambio di due importatori e sull’apertura di una catena di wine bar. Masi è una delle due aziende del vino quotate all’Aim di Borsa Italiana.

Il 2019 si è chiuso con ricavi in lieve erosione (-0,6%) a 64,9 milioni di euro, Margine operativo lordo (Mol) in calo del 9% a 11,2 milioni e utile netto in contrazione a 4,3 milioni (da 7,2 milioni nel 2018).  La quotazione di Masi a Piazza Affari dal collocamento del giugno 2015 è scivolata (anche per le turbolenze di queste ultime settimane) da 4,60 a 2,42 euro di venerdì scorso: -47%. Il minimo storico. Oggi la società capitalizza circa 80 milioni. Il presidente Sandro Boscaini ha dichiarato che “il 2019 è stato un esercizio complesso, a cominciare dalla vendemmia meno positiva, in termini sia quantitativi che economici. Questo, insieme alla non crescita dei ricavi e ad altri fattori, ha impattato sulla redditività, che comunque rimane ancora buona per il settore e che nell’ultimo trimestre ha recuperato rispetto ai primi nove mesi. Completata l’integrazione di Canevel, abbiamo profuso notevoli risorse nello sviluppo del marchio aziendale, nell’attualizzazione della gamma-prodotti e nell’ottimizzazione della rete distributiva, con importanti nuovi accordi in Germania e Stati Uniti”. Ora però la pandemia del coronavirus rischia di arrecare danni non stimabili a tutto il settore del vino.

Da capire se i cambi dell’importatore (nelle Americhe e in Germania i ricavi sono in calo), insieme allo sviluppo del progetto Masi wine experience (aperture di wine bar), aiuteranno a venire a capo di una crisi di redditività che ha colpito l’azienda della Valpolicella classica. Nel 2015 (anno di quotazione) il Margine operativo lordo di Masi Agricola era del 28% su 60 milioni di fatturato. In circa 5 anni si è eroso fino al 17,2%, perdendo quindi circa 11 punti. Che evidentemente non si possono spiegare solo con l’effetto diluzione dopo l’acquisizione di Canevel Spumanti. Nel posizionamento commerciale del prodotto, il baricentro della scuderia si è spostato decisamente verso i Classic wines (prezzo da 5 a 10 euro a bottiglia) a una quota del 27,3% (+3,4 punti) mentre hanno perso i Top wines (-0,5 punti a 24,4% con prezzo oltre i 25 euro) e i Premium wines (-2,9 punti a 48,3% con prezzo tra 10 e 25 euro). Masi si conferma campione di export con il 77,3% dei ricavi. Le vendite si sono rafforzate in Italia (+3,3%), ma hanno perso in Europa (-3,2%) e in America (-1,6%).