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L'azienda

Oriti, la porchetta e i Nebrodi: “Punto tutto sul suino nero. Nel futuro? Un resort con spa”

18 Dicembre 2019
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(Giuseppe ed Eliana Oriti)

Un 2020 che si preannuncia pieno di impegni per la famiglia Oriti, titolare de Il Vecchio Carro a Caronia in provincia di Messina. 

Giuseppe, insieme all moglie Eliana, porta avanti con passione l'attività di famiglia che, soprattutto negli ultimi anni, gli ha regalato tantissime soddisfazioni.  A partire lo scorso anno dal premio “Best in sicily” della nostra redazione o a quello dei fratelli tristellati Cerea che lo hanno selezionato come migliore street food, “davanti a mostri sacri della cucina italiana che vantano anche delle stelle”, dice con un pizzico di orgoglio Oriti. Da 20 anni la famiglia Oriti ha puntato sul Suino Nero dei Nebrodi. “Una scelta, la nostra – dice Oriti – consapevole e voluta. Noi abbiamo sempre puntato sul suino nero dei Nebrodi perché ha delle caratteristiche che lo rendono unico al mondo. Ma è davvero difficile allevarlo”. Questo particolare tipo di maiale, infatti, non può essere allevato al chiuso, “perché la carne non avrebbe lo stesso sapore” e nemmeno allo stato brado, “perché è un animale che si inselvatatichisce subito e poi è difficile da catturare. Inoltre, quando ci abbiamo provato, abbiamo anche subito dei furti di maiali”. Così ecco la soluzione: “Un allevamento allo stato semi-brado – spiega Oriti – Abbiamo circocritto un territorio di circa 10 ettari dove i maiali sono liberi di gironzolare. Noi ogni giorno diamo loro i mangimi per tenerli a bada. E i recinti ci permettono di monitorare tutto con attenzione”. Per Oriti il problema fondamentale è che non esiste, come lo definisce lui, il “porcaro 3.0”, ossia “l'allevatore moderno che sappia cosa fare – dice – Anche i giovani non vogliono entrare in questo mondo e si sono allontanati dalla campagna che, secondo me, offre importanti opportunità”. Il Vecchio carro è l'azienda di famiglia. E a breve cominceranno importanti interventi di restauro: “Sarà un 2020 molto importante per la nostra azienda – dice Oriti – Cominceremo i lavori di restauro della nostra azienda, creeremo un resort con 12 camere, piscina e spa. Inoltre amplieremo il ristorante realizzando una importante cantina di vini che conterrà referenze siciliane. Interventi che dureranno almeno un paio di anni, ma noi contiamo di iniziare con il resort entro la prossima estate”. 

La porchetta di Oriti è ormai un must in tutta Italia e oltre. Ogni anno macella circa mille capi e la richiesta supera sempre le possibilità di vendite: “Cerchiamo di fare le cose fatte in un certo modo”, precisa Oriti. Che poi, però, racconta: “Questo periodo, intendo quelle delle feste – dice – è quello più importante per noi e per tante altre aziende, che vogliono spedire i loro prodotti fuori dallo Stretto. Ma è impossibile. Viviamo in un territorio abbandonato e difficile da raggiungere e fare spedizioni è impossibile. Si parla tanto di consorzi, di fare rete, fare sistema tra i produttori. Sono solo chiacchiere. Credo che sarebbe opportuno pensare ad una convenzione con le Poste magari, per garantire a noi produttori le spedizioni in questo periodo cruciale. Invece, la politica è totalmente assente e disinteressata”. E allora cosa fare? “Io mi sono organizzato con i miei clienti spedendo, quando ho potuto, la merce prima – dice – Per altri clienti ho preso un furgone e porterò io stesso la merce al Nord”. A proposito di furgone. Oriti ha completato l'iter burocratico per il food-truck della sua azienda: “Le carte sono in regola e il furgone è stato messo su strada – dice – Stiamo completando l'arredamento interno e a marzo, penso, inizierà i suoi viaggi in Italia ed Europa per portare in giro la nostra porchetta”.

G.V.