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L'iniziativa

“Mister Barolo” a Wine Moment: il Piemonte (e non solo) secondo Matteo Ascheri

06 Maggio 2020
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In diretta oggi sulla nostra pagina Instagram alle ore 18.

Non sai mai di cosa discuterai quando parli con Matteo Ascheri. Lui è “Mister Barolo”, in tutti i sensi. Proprietario delle tenute Ascheri a Bra, provincia di Cuneo e dal 2018 anche presidente del Consorzio di tutela del Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani. Amabile, simpatico, ti sa mettere subito a tuo agio. Sarà il protaginista del nostro “Wine Moment”, in programma oggi alle ore 18 sulla nostra pagina Instagram. Condurrà, come al solito, il nostro Federico Latteri. Difficile fare una scaletta di argomenti con Ascheri. E allora abbiamo scelto il “tema libero”. Cercheremo di raccontare il suo territorio, l’annata difficile da gestire, e di come il mondo del vino enologico si stia preparando alla rinascita. Senza dimenticare il Vinitaly, l’Italia post-pandemia e la questione horeca e Gdo.

Ascheri è titolare di una delle cantine più importanti e longeve del territorio. Il taglio del nastro è stato fatto nel 1880. Lui, laurea in Economia in tasca, ha deciso subito di dedicarsi all’azienda di famiglia, con l’obiettivo di diversificarne l’offerta. Per farlo, impianta, impone la sua linea, e punta sul viognier, in tempi non sospetti. Era il 1993 quando sceglie per la nuova varietà la sabbia di Montalupa, nel Roero. Con l’idea da subito di fare un “vino da sogno”, un bianco da invecchiamento. Piano presto avverato. Con l’aiuto di qualche viaggio di ricognizione nel Rodano. Arrivati i cloni, ci si lancia nel progetto. Con un vino che fermenta in legno per 3 mesi (ma con zero malolattica), in botti da 500 litri. Matteo Ascheri sul suo stesso sito dichiara di voler produrre “un’espressione più chiara possibile del vigneto, del vitigno e delle nostre idee. Come ascoltare, paragonando il vino con la musica, una versione acustica rispetto ad una elettronica”. Da quando è al timone del consorzio ha lanciato un piano di attività concentrato sulla definizione dell’offerta del Barolo e dei suoi prezzi proposti in Gdo. Ma c’è anche uno stop netto ai nuovi impianti per frenare e gestire la conseguente difficoltà della difformità dei prezzi. Con semaforo rosso dunque a nuovi vigneti fino al 2022 e con i risultati di questa scelta da analizzare tra non meno di 7 anni.

C.d.G.