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L'intervento

Massimo Bottura, appello al Governo: “Cinque richieste per non far morire la ristorazione”

27 Ottobre 2020

Più che un appello è un urlo di dolore. E lo scrive uno degli chef stellati italiani più celebri nel mondo: Massimo Bottura.

Il patron dell’Osteria francescana di Modena commenta il nuovo Dpcme e le relative chiusure dei ristoranti alle ore 18. “Credo che oggi un ristorante, in Italia, valga una bottega rinascimentale – scrive lo chef – Facciamo cultura, siamo ambasciatori dell’agricoltura, siamo il motore del turismo gastronomico, facciamo formazione, ed ora abbiamo dato inizio ad una rivoluzione culinaria “umanistica” che coinvolge il sociale. L’ospitalità e la ristorazione, l’arte e l’architettura, il design e la luce sono gli assi portanti della nostra identità. Negli ultimi cinque anni a Modena, grazie ad un micro ristorante come l’Osteria Francescana, sono nati oltre 80 b&b. È nato il turismo gastronomico dove migliaia di famiglie, coppie, amici, passano due o tre giorni, in giro per l’Emilia, a scoprire e celebrare i territori e i loro eroi: contadini, casari, artigiani, e pescatori”.

Poi prosegue: “Focalizzandoci sulla ristorazione in pochi oggi hanno liquidità, anzi, oggi più che mai ci sentiamo soli. Abbiamo chiuso a marzo e ci avete chiesto di riaprire dopo tre mesi rispettando le regole. L’abbiamo fatto. In tantissimi si sono indebitati per mettersi in regola: mascherine, gel, scanner di temperatura, saturimetri, sanificazione dell’aria, test per tutto lo staff, ingressi alternati, tavoli distanziati. Per uscire da questa crisi senza precedenti, abbiamo bisogno di speranza e fiducia. La speranza è quella che ci mantiene in una condizione attiva e propositiva. La fiducia è credere nelle potenzialità personali e degli altri. La forza principale che ci ha sempre sostenuto è il sogno, non il guadagno. Oggi, senza liquidità, perché in tanti continuano a sognare con l’incasso giornaliero, molti non ce la faranno e il paese perderà una delle colonne portanti della sua identità”.

E conclude: “La mancanza di contante porta prima di tutto al mancato pagamento degli stipendi, poi dei fornitori, le rate dei mutui e infine gli affitti. Serve un segnale che ci riporti fiducia. Ora si rischia la depressione. Ora abbiamo bisogno di coraggio e di stimoli. Per trovare la voglia di continuare e non sentirci soli – dice lo chef – In concreto abbiamo bisogno della chiusura serale almeno alle 23; di liquidità in parametro ai fatturati; della cassa integrazione almeno fino alla stabilizzazione del turismo europeo; della decontribuzione 2021 visto che per il 2020 abbiamo già adempiuto in pieno; dell’abbassamento dell’aliquota Iva al 4% per il prossimo anno. La politica è fatta di coraggio e di sogni. È simile alla poesia. È fatta di immaginazione e di futuro. La politica deve rendere visibile l’invisibile”.

C.d.G.