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L'intervista

Vision 2030, Cino: “Non solo dati statistici, ma un forum di proposte per il mondo del vino”

09 Dicembre 2021

di Emanuele Scarci

Vision 2030 è un’ottima base di partenza per fare dell’Osservatorio wine & spirits di Federvini non solo un produttore di dati statistici, ma un forum permanente di elaborazione e proposte per il mondo del vino.

Parola di Vittorio Cino, direttore generale di Federvini, che, il prossimo 15 dicembre, parteciperà a Veronafiere alla presentazione di Vision 2030, il Manifesto elaborato da un think tank capitanato da Ettore Nicoletto. Il ceo di Bertani è anche vice presidente del Gruppo vino di Federvini ed è candidato al board di Comité Vins, la Confindustria europea del vino. Vision 2030 è una strategia di sviluppo del sistema vitivinicolo italiano scritta da imprenditori e manager. 57 slide con 41 proposte di azione, con almeno 8 richieste di incentivi pubblici e varie richieste di costituire osservatori, centri di coordinamento e banche dati (clicca qui per i dettagli di Vision 2030). “Vorrei – spiega Cino – che Federvini lavorasse anche sul medio-lungo termine. Anche il lancio dell’Osservatorio wine & spirits vorremo che andasse al di là del puro dato congiunturale, aggiungere un ruolo di elaborazione di proposte strutturali, anche di filiera. Quindi il dato economico dovrebbe essere la base di partenza, non fine a sè stesso”.

Ha parlato con Nicoletto?
“Ci stiamo ragionando giusto in queste settimane e l’approccio di Vision 2030 è molto vicino a quello che pensiamo. Con Nicoletto stiamo discutendo su cosa fare e come poter dare una mano. Del resto mi sembra che, a parte Vinitaly, nel corso dell’anno in Italia manchino momenti di approfondimento, di forum dedicati alle problematiche del mondo del vino. Soprattutto sul futuro e sull’estero, perché è oltreconfine che si gioca il ruolo del nostro vino”.

Vision 2030 come andrebbe adattato?
“Ho letto il documento: è abbastanza generale ma con spunti interessanti che vanno necessariamenti approfonditi. Ci sono temi su cui il mondo del vino ha un bisogno assoluto di sciogliere alcuni nodi. In questo momento le aziende hanno la forza per poterlo fare, anche se è un mondo frammentato”.

Lei che punta molto sull’estero, come vede il Comité Vins?
“Federvini ha ufficializzato la candidatura di Nicoletto per il Comité Vins che terrà la sua assemblea in marzo. Certo, insistiamo sul ruolo internazionale dell’Italia, tanto da desiderare il raddoppio della presenza italiana nel board: oggi solo Unione italiana vini ha un membro, il vicepresidente Domenico Zonin. Nella prossima assemblea il Comité Vins cambierà anche il presidente Jean-Marie Barillère e risulta che sia stata avanzata una candidatura spagnola”.

LEGGI QUI IL DOCUMENTO VISION 2030