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La degustazione

Concours Mondial de Bruxelles, i nostri migliori assaggi dei vini della Calabria

27 Maggio 2022
La_bollitura_del_mosto_per_il_Moscato_di_Saracena La_bollitura_del_mosto_per_il_Moscato_di_Saracena

di Fosca Tortorelli

La Calabria è la punta dello Stivale, l’estremo sud dell’Italia, lambita dalle acque del mar Ionio e del mar Tirreno.

Una regione dal clima accogliente, dove si alternano gli splendidi colori del mare, le coste rocciose, i litorali sabbiosi e l’altopiano Silano, senza trascurare i sapori intensi della sua cucina locale e le testimonianze delle sue antiche origini che ne completano il quadro. Per troppo tempo dimenticata, o forse meglio dire messa a margine, pian piano la Calabria sta vivendo una nuova rinascita, grazie a piccoli e operosi “benefattori”, che stanno riportando in luce le eccellenze di questa generosa terra. La Calabria è una terra accogliente, passionale e autentica, fattori che sono emersi nelle giornate che l’hanno vista protagonista della 29esima edizione del Concours Mondial de Bruxelles. Tanti i vini calabresi in concorso e tante le occasioni collaterali, che hanno dato la possibilità di assaggiare i vini del territorio e conoscere da vicino le diverse aziende della Regione; un’occasione propizia per “leggere” la crescita del movimento vitivinicolo calabrese. Interessante la Masterclass intitolata “Alle origini del vino”, che ha dato modo di approcciarsi a questa regione, attraverso piccole pillole utili per orientarsi; coinvolgenti i momenti conviviali, con i banchi d’assaggio dove approfondire alcune denominazioni, come la serata che si è svolta al castello Svevo di Cosenza, che ha visto la presenza dei produttori della Doc Cirò.

(La bollitura del mosto)

La Calabria è sicuramente uno degli avamposti del vino, una regione ricca di storia, di contadini e viticoltori, che con “le mani nella terra”, nel corso del tempo hanno custodito questi tesori dal valore inestimabile che oggi si riflettono nel ricco patrimonio ampelografico presente; basta pensare che sin dall’VIII secolo avanti Cristo, la Calabria veniva chiamata Enotria, da “oinos”, che significa vino, o “Terra dove si coltiva la vite”, proprio per la sua straordinaria produzione vitivinicola. Quello che poi la caratterizza è la varietà geologica, che – come affermato dal giornalista Jacopo Cossater, “la Calabria è una regione unica, il territorio può cambiare molto a distanza di pochi chilometri; è una montagna calata sul mare. È proprio alla luce di tutte queste differenze che abbiamo una grande varietà di vini”.

(Saracena)

Una regione che, come ha ricordato Gennaro Convertini, presidente dell’Enoteca Regionale di Calabria, “è il terminale della catena appenninica, con i tre Parchi naturali (Pollino, Sila e Aspromonte) che, partendo dalle vette, degradando verso i due mari, alternano e intersecano fra loro paesaggi diversi, divenuti, nei secoli, culla di vitigni tramandati sin dai tempi più antichi. Non esiste un “Vigneto Calabria”, esistono tante espressioni di “terroir viticoli calabresi”, ciascuno con i propri vitigni di riferimento, ciascuno interpretato in modo originale da culture locali. Per questo, nelle vigne calabresi ti trovi di fronte decine e decine di nomi di vitigni autoctoni ancora non del tutto studiati, ma gelosamente conservati e tramandati dai viticoltori del luogo”. Fra i vitigni rossi, il più coltivato è certamente il Gaglioppo, vitigno principe dei vini rossi e rosati della Doc Cirò e del Melissa, nell’area Jonica crotonese, ma la grande sorpresa che si rileva fra i vitigni calabresi è rappresentata dai tanti vitigni bianchi, per secoli nascosti nei vigneti destinati alla produzione di vini rossi. Infatti, laddove presenti – sempre in percentuali minori – i bianchi, venivano vendemmiati e vinificati in uvaggio. Di seguito i nostri migliori assaggi:

Igt Calabria bianco Autoritratto 2021 di Antonella Lombardo

Siamo nella provincia di Reggio Calabria, lungo la costa jonica, qui l’azienda di Antonella Lombardo si estende per circa 5 ettari coltivati a vigneti all’interno di un’area storicamente vocata alla viticoltura. il suo “Autoritratto” è realizzato con uve Mantonico in purezza, una varietà a bacca bianca antica, a maturazione tardiva. Un vino dal carattere deciso, dal colore giallo carico e caratterizzato da un profilo olfattivo di agrumi, foglia di mandarino, fiori di arancio e note erbacee. Coerente e coinvolgente al sorso, è profondo, avvolgente e sapido, leggermente tannico; un vino di bella complessità e ampiezza, struttura e lunghezza. Standing ovation

Igt Val di Neto Grisara 2021 di Ceraudo

Altro vitigno bianco di successo, partito dalla piccola area del Savuto cosentino, ora coltivato diffusamente in tutta la Calabria, è il Pecorello, vitigno non aromatico che origina ottimi vini bianchi strutturati. È il caso del Grisara della famiglia Ceraudo, siamo a Strongoli Marina, tra Cirò Marina e Crotone, lungo la costa ionica calabrese. Le vigne sono situate in un contesto naturale incontaminato, in cui la vite coabita con gli ulivi centenari e gli splendidi agrumeti. Il Grisara ha una bella espressività, richiama all’olfatto le erbe mediterranee, un delicato fruttato e le note agrumate. Il sorso è fresco e salino, armonioso e persistente.

Doc Terre di Cosenza “Donna Filomena” 2020 di Masseria Falvo

Il panorama dei bianchi calabresi si completa con un ulteriore vitigno, la Guarnaccia bianca, base del famoso vino passito di Saracena e diffusamente coltivato nell’area del Pollino. Nel 2001 Ermanno e Pier Giorgio Falvo decidono di dar vita al loro sogno e realizzare la loro cantina; Masseria Falvo 1727 punta per la sua produzione sulle uve storiche del territorio, con un’attenzione particolare al regime di coltivazione e all’ambiente. Il loro “Donna Filomena” è un bianco di carattere con eleganti aromi di frutta bianca e gialla, bergamotto ed erbe officinali. Il sorso è profondo, lungo, un vino tattile, potente e al contempo fresco, sapido e dalle grandi potenzialità. Standing ovation

Igp Calabria Rosso ‘A Batia 2019 di Casa Comerci

Siamo nella Costa degli Dei, in provincia di Vibo Valentia, l’azienda Casa Comerci è una cantina di Badia di Nicotera (VV), sotto il Monte Poro; i loro vigneti si sviluppano su due corpi aziendali a pochi chilometri tra di loro e sono condotti a regime biologico dal 2009, adottando tecniche di coltivazione mirate al rispetto dell’ambiente e della natura. A Lamezia e nella “Costa degli Dei”, nei dintorni di Tropea, è diffuso il tardivo Magliocco Canino, diverso geneticamente dal Magliocco Dolce, ma ricco anch’esso di colore e tannini. Usato storicamente come vitigno da taglio, ha un tenore di acidità che ne richiede vendemmie più tardive, ma il risultato è di vini molto longevi ed eleganti. Il rosso ‘A Batia di Casa Comerci è prodotto con Magliocco Canino in purezza, le vigne si trovano in località Badia, a 250 mt s.l.m..; si tratta di un vino luminoso, profondo e di grande eleganza. Un vino che profuma di rosa, di frutti rossi maturi, di radice e di china. Grande slancio e freschezza al palato. Lungo e coinvolgente.

Doc Cirò Rosato 2021 di A’Vita

Ci spostiamo nell’areale situato nella parte nord-est della provincia di Crotone, che comprende le DOP Cirò, istituita nel 1968, qui la varietà più diffusa è il Gaglioppo. La cantina ‘A Vita è una delle realtà italiane di riferimento di questa zona, da sempre attenta e rispettosa del territorio e dell’ambiente. Francesco De Franco e sua moglie Laura coltivano i vitigni autoctoni calabresi: il Gaglioppo in primis, ma anche il Magliocco, il Greco Nero e il Greco Bianco. Nella versione rosato, il Gaglioppo esprime tutta la sua freschezza e piacevolezza, il Gaglioppo Rosato di ‘A Vita è un vino che profuma di mare, di malvarosa; ha note di piccoli frutti rossi selvatici e richiami di macchia mediterranea. Sottile al palato, di piacevole freschezza, si dimostra un vino di grande eleganza e personalità. Standing ovation

Doc Cirò Rosso Rcs 2020 di Cerminara

Siamo nel Cirotano, l’Azienda Cerminara si estende su una superficie di circa 6 ettari vitati, con parcelle distribuite su tutto il territorio, tra collina e pianura. Una realtà piuttosto recente guidata in vigna e cantina da Pierpaolo Cerminara, ingegnere Meccanico, cresciuto nelle vigne di famiglia, con la passione per l’agronomia e soprattutto per la viticoltura biologica. I Cirò che producono sono tutti lavorati in bio e volutamente ottenuti da Gaglioppo. Come racconta Pierpaolo Cerminara:”Abbiamo ripreso i vecchi vigneti dei nostri nonni, altri sono stati piantati da mio padre e mio zio. La vigna più vecchia da cui facciamo il rosso ha 60 anni; io ho iniziato a lavorare in azienda nel 2015, ma è nel 2020 che è stata la prima annata di imbottigliamento”. Il suo Cirò Rosso Rcs è un vino elegante, espressivo e materico; profuma di arancia rossa, a cui si aggiungono un floreale di lavanda e note di macchia mediterranea. Il sorso è profondo, coinvolgente, fresco e lungo.

Doc Cirò Rosso Classico Superiore 2020 di Vigneti Vumbaca

Siamo a Cirò, paese del crotonese, realtà legata alla produzione del vino dal VIII secolo a.C., una storia lunga e importante. Tra le diverse giovani realtà c’è l’Azienda Vigneti Vumbaca, che ha sede a Cirò e si estende su una superficie di circa 13 ettari, di cui 6 coltivati a vigneto con sistemi di allevamento a cordone speronato e alberello, su terreni in parte collinari di medio impasto argilloso-sabbioso e argilloso-calcareo. L’Azienda è attenta alla cura dei propri vigneti seguendo le tradizioni colturali ed il ripristino delle vecchie vigne coltivate ad alberello, puntando su vitigni autoctoni come il Gaglioppo e il Greco Bianco. Il suo Cirò Rosso Classico Superiore, ottenuto da uve Gaglioppo provenienti da vigneti allevati ad alberello, è un vino intenso e di grande eleganza, che richiama le note di frutta rossa, sottobosco. Le note di agrumi e macchia mediterranea, lo arricchiscono. Fresco e godibile al palato.

Moscato Passito di Saracena Diana 2017

Già presente dal Cinquecento sulla tavola di papa Pio IV, il Moscato di Saracena nasce dalla particolare vinificazione delle uve guarnaccia, malvasia, “ad- duroca” (termine dialettale che sta per profumata) e moscatello (un vitigno locale che non è mai stato censito). Un prodotto unico nel suo genere, un vino passito prodotto solo a Saracena con un procedimento antichissimo e unico con vinificazioni separate. Un prodotto che per la sua bontà, veniva citato da Norman Douglas, che, nel 1915, nel suo libro “OldCalabria” scriveva: “…sorge il prosperoso paese di Saracena, famoso fin dai secoli passati per il suo moscato. Lo si ottiene dall’uva portata dai saraceni da Maskat”. Ogni famiglia continua a produrlo secondo la propria ricetta tramandata. In particolare, il Moscato Passito 2017 di Diana, si presenta con un affascinante colore ambra, con note olfattive resinose a cui si aggiungono note di fichi caramellati, nocciole e mandorle al miele e sesamo tostato. Non eccessivamente dolce al palato è accompagnato da una discreta freschezza, intenso e di grande densità.